La Bce abbassa i tassi ma non le banche:
Nonostante il taglio del costo del denaro al 2% da parte della Banca centrale europea, gli istituti di credito italiani continuano a manovrare lentamente, e secondo i parametri delle proprie esclusive convenienze, i tassi sul mercato interbancario, con il risultato che i tassi di interesse sui mutui restano alti, anche se differenziati tra banca e banca.
Questa la denuncia di Adusbef che ha monitorato gli interessi sui mutui a tasso fisso e a tasso variabile offerti dai vari istituti di credito. I mutui più cari offerti oggi propongono un un Taeg (tasso annuo effettivo) del 4,07%. I tassi variabili più bassi raggiungono invece il 3,25%. Precisamente le prime notizie raccolte sulle banche, secondo invece l’Adiconsum, evidenziano uno spread in aumento per i mutui riferiti all’Euribor (da 0.90-1-10 a 1,21-1,41) e per i mutui ancorati alla Bce il raddoppio dello spread, tra l’1,90% e il 2,25%.
Con un taglio di interesse di 50 punti base, la Banca Centrale Europea ha riportato i tassi di interesse al 2%, uno dei valori più bassi mai registrati fino ad ora. Un modo per affrontare la grave crisi economica che ha colpito l’Europa e il mondo intero negli ultimi mesi. Ma, nonostante la recessione in peggioramento, la Banca centrale europea non si appresta a seguire la Fed portandoli allo zero, per evitare la “trappola della liquidità”.
Chi si appresta a scegliere il variabile deve però fare bene i conti con il reddito a disposizione. Difatti quando si contraggono finanziamenti indicizzati a tassi particolarmente bassi si deve esser pronti a sopportare un eventuale rialzo dei pagamenti, anche brusco, negli anni successivi. Oltre al tasso occorre valutare le spese di perizia ed istruttoria, che dovrebbero essere riportate nel Taeg, e che variano per le grandi banche dai 1.000 ai 550, fino a zero euro. Ci sono poi che può arrivare fino a 8.000-10.000 euro.