Il tema pensioni non finisce di preoccupare i lavoratori, e a rincarare la dose arriva l’allarme “Millennials, lavoro povero e pensioni: quale futuro?” di Censis-Confcooperative.
Secondo il rapporto, nel 2050 saranno circa 5,7 milioni i lavoratori sulla soglia di povertà. Colpa dei nuovi contratti, che precluderanno a tanti lavoratori una pensione dignitosa.
Ma anche la difficoltà di trovare un impiego. Molti tardano a entrare nel mercato del lavoro, tanti non riescono ad avere un lavoro continuo, e sono ormai poche le famiglie che riescono a risparmiare. Tutti fattori che creano uno scenario da incubo per la previdenza sociale in Italia.
Le differenze generazionali
Le differenze tra generazioni si stanno accentuando, e secondo il rapporto, vedranno il loro culmine proprio tra 30 anni, quando andranno in pensione i giovani di oggi.
Oggi, un padre prenderebbe già il 14,6% in più rispetto al figlio, dopo quasi 40 anni di contributi. Chi ha lasciato il lavoro 8 anni fa percepisce una pensione uguale a quasi l’85% dell’ultimo stipendio. Chi ha iniziato a lavorare quando queste persone andavano in pensione, non arriverà a percepire nemmeno il 70% dell’ultimo stipendio. E questi sarebbero i dati più ottimistici, secondo il rapporto.
Molti saranno infatti quelli che non lavoreranno continuativamente. Colpa della globalizzazione, colpa della tecnologia. Ma oggi sono già 3 milioni i giovani che non stanno lavorando, e hanno gettato la spugna. Poi ci sono i sottopagati, i sottoccupati e i tanti lavoratori a nero. Una situazione catastrofica.