In questo finale di 2015 abbiamo numerose notizie che fanno ben sperare sulla situazione economica del nostro Paese. Si parla in particolare di ripresa dei consumi, di abbassamento della tariffe pubbliche e di diminuzione nel ricorso alla cassa integrazione. Ecco le buone notizie raccolte dalle agenzie stampa.
Cassa integrazione (Adnkronos)
Continua a diminuire il ricorso alla cassa integrazione. A novembre il numero di ore complessivamente autorizzate è stato pari a 52,4 milioni, con una diminuzione del 38,5% rispetto agli 85,1 milioni dello stesso mese del 2014. Lo rileva l’Inps. Rispetto a ottobre 2015 invece i dati destagionalizzati, calcolati per le sole componenti ordinaria e straordinaria, evidenziano un calo del 14,1%.
La notevole diminuzione delle ore di Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (Cigo) scese a novembre a 6.897.258 rispetto ai 20.106.360 dello stesso mese del 2015 (-65%), è ascrivibile, spiega l’Inps, anche al blocco delle autorizzazioni disposto dall’Istituto e finalizzato all’allineamento delle procedure alle disposizioni normative introdotte nel 2015.
Aumento consumi (Adnkronos-Codacons)
Alimenti, giocattoli e hi-tech. Sono i regali più gettonati per il Natale 2015, con un incremento delle vendite che registra punte del 10%. Lo afferma il Codacons, ricordando che la prima volta negli ultimi 8 anni, i consumi legati alla festività stanno registrando un segno positivo. Il settore turistico, condizionato dagli ultimi eventi di Parigi, registra invece un calo del 15% tra Natale e Capodanno. Spese natalizie a +2,5% su 2014.
Abbassamento tariffe pubbliche (CGIA di Mestre)
Le tariffe pubbliche cominciano a scendere: purtroppo non tutte, anche se quelle interessate dalla contrazione avvenuta quest’anno pesano sui bilanci delle famiglie italiane in misura superiore. Rispetto al 2014, infatti, quella del gas è scesa del 3,7 per cento, la Tari del 3,3 per cento, l’energia elettrica dell’1,3 per cento e i trasporti ferroviari dello 0,5 per cento.
Per contro, invece, tornano ad aumentare i costi dei servizi telefonici dello 0,4 per cento, i pedaggi autostradali dell’1,1 per cento, i taxi dell’1,2 per cento, i trasporti urbani del 2,9 per cento, i servizi postali del 5,6 per cento e l’acqua potabile del 9,3 per cento.