La politica della Bce favorisce questa tipologia di finanziamento.
Durante le ultime settimane, l’Euribor a tre mesi è apparso visibilmente in calo toccando quota 0,094%. Il tasso a un mese, invece, è sceso addirittura sotto la quota dello 0,013%Sono queste le conseguenze della politica dell’Eurotower in relazione al decremento dei tassi d’interesse da parte della Banca Centrale Europea. La politica di Draghi sta dunque dando i suoi frutti, con tutto quello che ne deriva in merito di vantaggi che si possono riflettere sul mercato dei finanziamenti.
Interessi meno alti si traducono spesso in maniera automatica in una maggiore convenienza per i mutui a tasso variabile. E infatti le richieste in merito aumentano ormai con costanza.
Venendo ai numeri, i risparmi sui finanziamenti a tasso variabile sono sempre fondamentali a seconda del periodo nel quale il mutuo era stato acceso. Nel momento più nero, quello della crisi del 2008, l’Euribor a tre mesi era stato posizionato al 4,6%. Il che vuol dire che su un mutuo ventennale da centomila euro, acceso nel 2008, il risparmio mensile sulla rata arriva attualmente a sfiorare i trecento euro. Naturalmente, il decremento della rata diventa minore andando sempre più indietro negli anni e distaccandoci dal periodo di crisi. Il crollo dell’Euribor frutta un risparmio sulla rata di meno di cento euro per chi il mutuo l’ha ottenuto dieci anni fa.
Le previsioni per il futuro sono altrettanto ottimistiche: difficilmente nel prossimo lustro l’Euribor sfonderà il tetto dell’uno per cento, pur potendo fisiologicamente risalire dopo aver toccato questo livello minimo. Per almeno cinque anni dunque le rate dei mutui a tasso variabile dovrebbero restare ad un livello inferiore rispetto al momento in cui i mutui stessi sono stati accesi.