Stipulare una polizza, oggi, è un’operazione quasi di routine: tutti gli automobilisti sono obbligati ad averne una, tanto per fare un esempio ma cresce anche il numero di cittadini che vogliono rendere più sicura la loro vita e la loro casa sottoscrivendo una polizza.
I consumatori, spesso, sono convinti che la polizza sia una truffa. Purtroppo questo pregiudizio non si lega soltanto ad esperienze negative avute con le compagnie assicurative ma anche al malcostume che attanaglia i consumatori, incapaci di leggere e comprendere fino in fondo le condizioni di un’assicurazione. Come si può uscire da questa situazione?
In primo luogo tenendo conto dell’elemento chiave attorno al quale ruotano i contratti assicurativi: clausole e premio. L’assicurazione, come spiega l’articolo 1882 del Codice Civile, è un contratto con il quale l’assicuratore si obbliga a rivalere l’assicurato, entro i limiti convenuti, del danno ad esso prodotto da un sinistro, ovvero a pagare un capitale o una rendita al verificarsi di un evento attinente alla vita umana. Ovviamente il tutto avviene nei riguardi di chi ha versato il premio assicurativo.
In una sola definizione sono stati estrapolati tre elementi essenziali: il premio, l’assicurazione danni e l’assicurazione vita. In realtà c’è un quarto elemento che non è nominato ma bisogna valutare: il rischio. L’assicurazione, infatti, s’impegna a risarcire l’assicurato al verificarsi di un evento incerto ma probabile.
Il contratto di assicurazione deve essere letto attentamente quindi, quando si parla del premio ma anche quando si parla di scadenze, modalità di recesso o sospensione della polizza, quando si parla di massimale e di risarcimento massimo da versare. Molto importante anche la lettura delle clausole di esclusione del risarcimento tra cui rientrano ad esempio il dolo del cliente o la violazione di leggi penali e amministrative (guida in stato di ebbrezza, suicidio dell’assicurato per le polizze vita, etc.)