Saltando per un attimo dall’altra parte della barricata, proviamo a porci dalla parte del lettore per interpretare la notizia che stiamo per darvi. Vi vogliamo agevolare dettandovi due piste di lettura: se, da una parte, la notizia può essere letta infatti, specie dai più diffidenti, come l’ennesima riprova del fatto che le carte di credito sono pericolose e il rischio di rimetterci dei soldi per una truffa è alto, altri ci potranno vedere invece una dimostrazione di efficienza da parte dei quadri investigativi, quindi una nuova rassicurazione rispetto alla bontà del pagamento mediante carte magnetiche. Tant’è, resta il fatto che a Firenze è stata sgominata una banda di sei persone che clonavano carte di credito per utilizzarne poi il denaro a scapito degli ignari truffati.
È quanto emerge da un’indagine davvero complessa, partita a marzo 2008 dopo la formalizzazione di due denunce per clonazione di carte di credito presentate in tempi diversi da due persone residenti a Pozzuoli (NA), puntualmente allertate dai propri Istituti di credito. In particolare, le loro carte di credito clonate erano state utilizzate da due donne, facenti parte della banda di truffatori, per acquistare in uno stesso negozio specializzato in elettronica e in due giorni consecutivi quattro playstation, per un valore complessivo di circa 2mila euro.
È stato lì che la rete ha cominciato a mettersi in moto: un solo negozio, due acquisti molto simili e perciò sospetti e la sagacia dei titolari dell’esercizio di annotare il numero di targa delle auto delle delinquenti, una bella agevolazione alle indagini. Da questo elemento hanno preso il via gli accertamenti dei poliziotti, che sono così risaliti alla ditta intestataria di una delle due vetture, con sede a Pozzuoli e ad un pluripregiudicato cinquantenne, componente della banda. Il cerchio investigativo, però, si è chiuso dopo l’emissione dei Decreti di Perquisizione locale e personale disposti dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze a carico dei sei indagati, tutti originari del napoletano, che hanno permesso di recuperare altre carte di credito non appartenenti a loro nonché materiale fotografico ed informatico “acquistati” con le stesse modalità.