Carte revolving, ecco dove si spende di più

di Gianfilippo Verbani Commenta


 Qualche ora fa abbiamo avuto modo di approfondire alcuni aspetti relativi all’evoluzione della diffusione delle carte revolving, carte di credito a rimborso rateale oramai in grado di rappresentare la quota più rilevante di nuove carte di credito emesse in territorio italiano. Carte che, purtroppo, sono caratterizzate da tassi di interesse notevolmente superiori a quelli applicati negli ordinari prestiti personali, e che rischiano di complicare eccessivamente la capacità di restituzione da parte dei clienti bancari.

A pregiudicare il fenomeno è anche l’apparente facilità di ottenimento della carta: è pur vero che per poter disporre dello strumento la banca effettuata una mini-istruttoria sul profilo creditizio del proprio cliente, ma è altrettanto vero che la limitata esposizione singola, e la praticità dello strumento, rendono la carta revolving ampiamente “concedibile” in ogni area d’Italia.

In particolare, secondo quanto affermato da SuperMoney, a livello territoriale sarebbe il Molise la regione nella quale le spese con carta revolving sono più elevate, con un importo mensile di 1.127 euro, quasi il doppio rispetto alla media (683 euro). A seguire sono Trentino Alto Adige (893 euro al mese) e Calabria (781 euro). Di contro, i cittadini più virtuosi sono quelli del Friuli Venezia Giulia che con le revolving spendono solo 424 euro mensili.

Per quanto concerne il profilo dell’utilizzatore, i più affezionati sono sicuramente i più giovani. Che – concludeva Il Fatto Quotidiano a margine di una propria osservazione, “proprio perché più giovani (…) non ricordano che nell’estate del 2011 i pm di Trani, grazie al lavoro della Guardia di Finanza, hanno scoperchiato un sistema perverso delle carte di credito revolving partendo da un’inchiesta sull’American Express che, poi, si è allargata a una decina di altre società finanziarie. Da allora, Bankitalia e Abi (Associazione bancaria italiana) hanno rivisto le regole sulle carte revolving, fissando paletti a tutela del consumatore con norme più severe per le banche che prevedono, tra le altre cose, di fornire un’informativa chiara e semplice in merito alle caratteristiche delle carte e di astenersi dalla prassi di inviare le tessere non richieste dalla clientela”.