Conto Arancio cambia: scegli l’Opzione Arancio+

 “C’era una volta, in un tempo (neanche tanto, ndr) lontano lontano”, Conto Arancio, la prima soluzione di conto deposito reclamizzata su larga scala attraverso l’acquisto di paginoni sui giornali, spot televisivi molto simpatici e flash radiofonici altrettanto arguti. “C’era una volta”, già, perché la crisi economica ha spazzato via pure lei, nonostante fossa una delle soluzioni più azzeccate ed apprezzate dai risparmiatori d’Italia come testimoniato dai dati di crescita esponenziale delle richieste e delle attivazioni. Orbene, onde evitare di tirarci addosso le ire di qualcuno, correggiamo un attimo il tiro affermando anche che il “C’era una volta” può essere riveduto in “c’è ancora”, solo a condizioni decisamente differenti rispetto a prima. E non è detto che siano peggiorative…

Fondo pensione Banca Popolare di Milano per lavoratori

 Il prodotto Arti e Mesteri è un fondo pensioni aperto sottoscrivibile in tutte le filiali della Banca Popolare di Milano e rivolto a tutti i lavoratori, siano essi autonomi che dipendenti, ai liberi professionisti e a tutti quelli con redditi differenti da lavoro o da impresa.

Così come la maggioranza dei fondi pensione aperti, il prodotto è strutturato in maniera molto flessibile, consentendo al cliente di scegliere a che comparto aderire, sulla base delle proprie preferenze e del proprio orizzonte temporale.

Il prodotto presenta di fatto cinque differenti comparti, opzionabili o meno alternativamente, e la possibilità di dedurre i contributi annualmente versati nel fondo.

Ancora, sarà possibile selezionare differenti tipologie di prestazione pensionistica e, altresì, ottenere anticipazioni nelle modalità e nei limiti previsti dalle condizioni del prodotto.

I cinque comparti selezionabili oscillano dal più prudenziale, Garanzia 1+, utile per chi è prossimo all’età pensionabile, al più dinamico Crescita +25, per chi invece ha recentemente avviato la propria attività lavorativa.

Basilea 3, Draghi e Trichet: “Mette fine all’incertezza!”

 Quando si gioca a Monopoli, può capitare di vincere anche investendo tutto quanto si possiede: basta salvare un cento lire (provare per credere…). Nella finanza reale non è così, o quantomeno così non dovrebbe essere, anche se invece è stato, ma ci hanno promesso non sarà mai più dopo l’approvazione – domenica scorsa – delle regole denominate di “Basilea 3”. Maggiore patrimonializzazione per le banche, requisito fondamentale per continuare ad esercitare. Ma come se la caveranno le banche italiane? Sicuramente benissimo, in special modo nella prima fase. A confermarlo è stato uno che di banche italiane deve intendersi, essendo il Governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi: le banche italiane “mostreranno livelli di capitale molto superiori agli standard minimi richiesti”, saranno in grado di raggiungere gli ambiziosi obiettivi dell’accordo e “continueranno a sostenere le imprese e l’economia”.

Mediolanum FreedomCard Gold: quanto vale l’oro…

 Nell’immaginario collettivo, sebbene non sia certo il più raro ed inaccessibile degli elementi l’oro è sicuramente considerato il più prezioso. Mettendo per un attimo da parte (strampalate) teorie ascoltate in televisione, secondo cui il genere umano sarebbe manovalanza spiccia plasmata da una popolazione aliena per estrarre dalla Terra quell’oro necessario a far funzionare le astronavi (di qui la nostra predilezione), non possiamo comunque esimerci dal constatare che questo particolare “giallo” sia, per donne e uomini, fortemente evocativo della possibilità di ottenere qualunque cosa: oro è ricchezza, ricchezza è potere dunque oro è potere, questo è l’assioma. Confermato anche dalle numerose qualità di un prodotto finanziario che ha l’oro nel nome: Mediolanum FreedomCard Gold.

Conto Deposito di CheBanca: il revival del salvadanaio

 C’erano una volta l’album fotografico, il diario segreto e il salvadanaio. C’erano una volta ma oggi non ci sono più, soppiantati come sono stati da Facebook (e affini), blog e… conti di deposito. Siamo convinti che, a voler costruire una graduatoria basata sull’importanza di questi strumenti, il conto di deposito si ponga in vetta alla classifica davanti ai blog (che per qualcuno significano opportunità di lavoro e introito pubblicitario) ed a Facebook, che pure è la novità più utilizzata benché sia anche (o forse proprio “a causa di”) la più frivola. Detto questo, oggi vogliamo analizzare la soluzione di investimento offerta dal Conto Deposito di CheBanca: altro che social network, questa è davvero una rivoluzione copernicana!

Mediobanca: Primo Atto risparmiare

 Spesso, troppo spesso, abbiamo cercato di fornirvi consigli su come si può risparmiare quando si spende: finanziamenti, prestiti personali, carte di debito e quant’altro sono infatti strumenti di indebitamento, non certo di risparmio. Ma un’economia che voglia potersi definire sana, sia su scala nazionale che – più in piccolo – al livello di un nucleo familiare o di una singola persona, non può prescindere dall’accumulazione prima che dalla spesa, dal guadagno prima che dall’impegno di capitali. È per questo che oggi vogliamo consigliarvi un investimento, e per l’occasione abbiamo scelto una soluzione “d’autore” così come viene reclamizzata dall’offerente, che altri non è che il Gruppo Mediobanca. Il prodotto, quasi a confermare (come spiegato poco sopra) che sarebbe meglio risparmiare prima di spendere, si chiama Mediobanca Primo Atto.

Fondo Challenge Funds da Mediolanum

 Challenge Funds è un fondo di diritto irlandese che consente ai clienti di Banca Mediolanum di poter investire i propri risparmi in un prodotto che fa della personalizzazione della destinazione dell’impiego una delle sue carte principali.

Il cliente di Banca Mediolanum potrà infatti scegliere di destinare il proprio investimento a uno o più comparti, tra i 21 disponibili all’interno della gamma contemplata dal Challenge Funds.

Tra i comparti sono naturalmente compresi quelli azionari, per chi ama un investimento di maggior rischio e possibilità di rendimento, e quelli obbligazionari e flessibili, fino a giungere a quelli monetari, per gli investitori meno aggressivi.

Il comparto è inoltre classificato in “tradizionale”, se investe unicamente in titoli azionari, obbligazionari o monetari, e “evoluzione” se invece – in maniera flessibile – cerca di evolvere nel tempo la propria composizione sulla base dell’andamento di mercato.

Bancomat: pensionati-borseggiatori arrestati a Milano

 Sono anziani, come le loro vittime, i due uomini di 80 e 72 anni che sono stati arrestati lo scorso fine settimana dagli agenti del commissariato milanese Garibaldi-Venezia in viale Ludigiana per aver derubato un uomo fuori da una filiale di una banca. Pensionati che per passatempo – e probabilmente per arrotondare – facevano i borseggiatori frodando ignari “colleghi” pressoché coetanei agli sportelli dei bancomat. I due borseggiatori, Michele N. e Francesco S., sono stati arrestati dalla Polizia in flagranza di reato, ma sono sospettati di aver messo a segno almeno altri 11 “colpi” (di cui quattro già accertati) con le stesse modalità.

Otto per mille, le scelte degli italiani

 Italiani brava gente, verrebbe da dire. Se c’è un modo per capire le nostre idee e le nostre preferenze nel campo delle “donazioni”, conviene dare un occhio alle destinazioni effettuate dell’otto per mille. Per il terzo anno consecutivo i contribuenti italiani hanno deciso di destinare la quota di imposta sul reddito del 2008 ad associazioni no profit Onlus. Beneficienza, aiuti vari, uno sguardo nelle zone meno agiate, in Italia e all’estero. La somma complessiva versata dai contribuenti con la dichiarazione dei redditi ammonta addirittura a 415,6 milioni di euro. Di questi 397,5 milioni sono stati distribuiti tra gli enti accreditati. In testa, la categoria del volontariato che incassa ben 265,8 milioni di euro: Medici senza frontiere (9,2 milioni), Emergency (9,1 milioni), seguiti da Unicef (7,6 milioni) e Associazione italiana ricerca sul Cancro (5,9 milioni), si confermano alcune delle realtà più sostenute.

Draghi, 2010 anno decisivo

 Le banche al collasso, le famiglie in crisi. E qualche piccolo, piccolissimo segno positivo. La ripresa è debole in Europa e fragile ovunque. Ma il 2010 sarà un anno cruciale. Lo dice Mario Draghi, governatore di Bankitalia e presidente del Financial Stability Board. «Quasi tutte le banche sono sulla via di risolvere i problemi di finanziamento, ma i loro bilanci sono ancora esposti a elementi di fragilità legati soprattutto allo stato della ripresa economica» ha affermato il governatore nel corso dell’audizione della commissione Affari economici e monetari del Parlamento europeo su «La strategia post crisi e la modernizzazione dell’architettura finanziaria globale». Draghi ha parlato come presidente del Fsb, l’organismo internazionale che promuove la stabilità finanziaria.

Pil e cassa integrazione, Sacconi: “Agire subito”

 Che guaio il Pil: -5,1% nel 2009. I dati Istat mostrano il prodotto interno lordo più basso dal 1971, cioè dall’inizio della serie storica. Il dato, corretto per gli effetti di calendario, è peggiore dei pronostici di febbraio che ipotizzavano un calo del 4,9% perché il 2009 ha avuto un giorno lavorativo in più rispetto all’anno prima. Nel quarto trimestre dello scorso anno il Pil è diminuito dello 0,3% rispetto al terzo trimestre e del 3% rispetto al quarto trimestre del 2008. Per il 2010 le previsioni non sono rosee: la variazione del Pil “acquisito” è pari a -0,1%. Un dato che peggiora quello della stima preliminare del 12 febbraio, che prevedeva una variazione pari a zero.

Milano, conviene affittare. Lo studio di Gabetti

 Un calo senza precedenti. A Milano, oltre alla neve, scendono anche i prezzi delle case. Un meno 9,1% in appena un anno e mezzo è qualcosa che, nel relativamente tranquillo mercato immobiliare. Tant’è vero che ha sbalestrato l’andamento ciclico del settore, la cui fase negativa si sta prolungando oltre i limiti indicati dalle serie storiche. Questo calo è certificato dallo studio di Gabetti che ha analizzato l’andamento degli ultimi 18 mesi. Ed emerge un trend ancora più marcato per le altre città lombarde, attorno al 15% in meno. Nel dettaglio c’è da ammettere che ciò che conviene – all’apparenza – sia affittare, almeno per il momento. Ma è soprattutto il calo del costo del mattone a impressionare, sebbene il quadro appaia frastagliato, a diverse velocità.

La Federconsumatori chiede sconti alle famiglie con reddito fisso

 Basta sconti agli evasori, ai poteri forti e ai commercianti: anche le famiglie a reddito fisso pretendono la detassazione. È quanto richiesto dalla Federconsumatori che pubblica sul sito ufficiale dell’associazione una nota in cui chiede al Fisco di puntare l’attenzione sulla famiglie, piuttosto che continuare ad aiutare i soliti noti. “Dopo aver dato soldi a banche e imprese e dopo aver salvaguardato gli interessi degli evasori tassando solo per il 5 per cento ingenti risorse, il cerchio si chiude stabilendo importanti sconti agli studi di settore per commercianti e artigiani i quali dichiarano – quando dichiarano – cifre irrisorie inferiori al reddito di un operaio alla catena di montaggio” si legge nel comunicato che punta il dito sulle nuove misure fiscali che premiano i commercianti a discapito delle famiglie a reddito fisso.

Scudo fiscale, rientro solo per 35 miliardi

 Molto meno, a sorpresa. I soldi rientrati grazie allo scudo fiscale sono molti meno di quanto annunciato. Non i 95 miliardi previsti e sperati, frutto dell’operazione “scudo fiscale 1” conclusa il 15 dicembre dello scorso anno. Ma solo – si fa per dire – 34,9 miliardi, ovvero al 41 per cento degli 85 miliardi totalizzati complessivamente dalla prima fase dello scudo (si arriva a 95 solo tendendo conto di oro e gioielli, delle micro-operazioni e dei rientri differiti per particolari ostacoli procedurali).