Quando un consumatore deve scegliere un conto corrente, oltre a confrontare il costo dei servizi, tra quelli inclusi nel canone fisso, e quelli legati ai costi variabili, occorre anche fare molta ma molta attenzione alle clausole contenute nel contratto. A metterlo in evidenza è l’Associazione CODICI – Centro per i Diritti del Cittadino, visto che nel nostro Paese i costi dei servizi bancari, rispetto alla media europea, non si può dire che siano a buon mercato. E allora, quando si sceglie un conto corrente occorre fare attenzione, tra l’altro, alle spese per la registrazione delle operazioni; ci sono infatti conti correnti che offrono operazioni con registrazione a zero euro, ed in maniera illimitata, ed altri che invece prevedono una soglia oltre la quale scattano i costi specie se queste operazioni vengono effettuate non con i canali alternativi, ovverosia con gli sportelli Atm, telefono o Internet, ma direttamente in filiale.
Massima attenzione, in accordo con quanto raccomanda CODICI, deve essere riposta anche sui costi, se previsti, per i bonifici, per i pagamenti, per i prelievi, così come occorre accertarsi, leggendo attentamente le condizioni contrattuali, se oltre al canone mensile ci sia da pagare anche la quota annua per il bancomat e/o per la carta di credito.
Occhio anche alle spese di invio di estratto conto, se previste, ed a quelle applicate dalla banca per la custodia dei titoli; poi c’è anche l’odiata commissione di massimo scoperto che è stata abolita per Legge, ma che, uscita dalla porta, è rientrata dalla finestra con definizioni che variano da banca a banca, ma che prevedono spesso l’applicazione di costi elevati per gli scoperti temporanei in conto corrente, anche se il rosso temporaneo in conto è di un solo euro! Infine c’è un costo al quale, con l’eccezione di pochi conti correnti sul mercato, non si può sfuggire: è quello dell’imposta di bollo, pari a 8,55 euro ogni tre mesi, ovverosia 34,20 euro annui che bisogna mettere in conto.
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