Chi si accontenta gode, suol dirsi. “Così così”, aggiunse Ligabue nel testo di una celeberrima sua canzone. In effetti è l’ambizione il motore del mondo, e spesso chi vince riesce a farlo perché ha voluto di più. Capita anche lo scorno di volere di più ed ottenere uguale, per non parlare del rischio di “troppo volere e nulla stringere”, per citare un altro adagio. Ma l’ambizione di volere di più resta il motore del mondo, e – perché no? – anche del mercato. In particolare, in questo caso, vogliamo concentrarci sull’ambizione di chi, correntista BancoPosta o interessato a divenire tale, vuole qualcosa di più rispetto a un conto di cui poter disporre ovunque, che sia senza grandi spese e – per contro – offra una remunerazione veramente misera. Voglio di più, anzi: voglio Conto BancoPosta Più.
Cosa c’è, di più di prima? Ci sono alcuni servizi, e la possibilità di abbattere le spese. Roba non da poco, visto che i soldi sono vostri e ogni anno vi tocca perderne un po’ per pagare qualche (a volte persino stravagante) costo di commissione. Orbene: la spesa di tenuta conto annuale è uguale a quella di un conto tradizionale, la quota annua per la carta Postamat idem; c’è poi la possibilità, a 30,99 €uro in più, di ottenere una carta di credito (che funziona come tutte le altre, quindi con addebito il mese successivo a saldo oppure con dilazione rateale della spesa), c’è soprattutto l’opportunità di veder azzerati i costi in base all’utilizzo dei tre strumenti di cui sopra.
Se infatti accreditate lo stipendio o la pensione (a patto che “valgano” almeno 700 €uro) mensilmente, oppure richiedete la domiciliazione delle utenze (almeno 5 tra acqua, luce, gas e via dicendo) risparmiando un po’ di lavoro a postini e impiegati di sportello, il totale di circa 72 €uro viene più che dimezzato a quota 30,99. Se poi usate Carta di Credito BancoPosta Più per un minimo di 4.800 €uro annui, anche quest’ultima spesa scompare magicamente.