La situazione del Monte dei Paschi di Siena è tutt’altro che rosea e – secondo quanto affermato dal sindaco della città toscana, Bruno Valentini, i prossimi sei mesi saranno decisivi per salvare la banca. “Oggi la banca è ancora malata, perchè una banca che chiude con 350 milioni di euro di perdita il primo semestre, vuol dire che non è in grado di difendersi sufficientemente dalla malattia dell’economia italiana”. Ma cosa rischiano i correntisti?
La risposta è: niente, o quasi. Il Monte dei Paschi di Siena, così come gli altri istituti di credito operanti in Italia, aderisce infatti al Fondo interbancario di garanzia dei depositi. Ne conviene che in caso di crisi, tutti i correntisti che hanno un conto presso le filiali del Monte saranno risarciti fino all’ammontare massimo di 100 mila euro per singolo rapporto / intestatario (vedi anche il nostro recente articolo sul perchè conviene cambiare banca, di cui abbiamo parlato pochi giorni fa su queste pagine).
Fin qui, le ipotesi peggiori (che produrrebbero pertanto una perdita di capitale per chi ha depositato più di 100 mila euro). Ma a voler vedere il bicchiere mezzo pieno, occorre dire che un tracollo definitivo del Monte dei Paschi di Siena è ancora un’ipotesi fortemente minoritaria, e che gli sforzi progettuali del nuovo presidente Alessandro Profumo conferiscono maggiore fiducia agli stakeholders dell’istituto.
“Nel mio auspicio” – ha dichiarato Profumo – tra cinque anni Mps sarà una banca indipendente, basata a Siena, con molti meno sportelli, con una qualit e una tecnologia di servizi migliori. Per fare questo il conto economico dovrà essere in utile e dovremo ridurre i costi, fare un aumento di capitale consistente, ridurre l’impatto della Fondazione in termini di capitale sociale”.
Non è inoltre escluso che gruppi stranieri attualmente interessati alla banca possano realmente e concretamente farsi avanti. Ma, considerato il precedente periodo gestionale, la cautela sembra essere particolarmente elevata.