Il social lending si fa strada nel mondo con nuove forme di creditori che dagli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna, dalla Germania, e dalla Cina, si qualificano come prestatori basati sul web.
Il settore del credito è stato uno dei settori economici più interessati negli ultimi tempi dallo sviluppo di sistemi alternativi a quelli ultimi tradizionali. Anche nel mondo dei prestiti hanno fatto la loro trionfale entrata le società che partendo dal basso, dalla strategia della condivisione in rete e via web, stanno conquistando la vetta delle più alte sfere della finanza.
Un esempio è costituito dalle società finanziarie che hanno come obiettivo quello del prestito sociale, il social lending, oppure dalle nuove forme di creditori che dagli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna, dalla Germania, e dalla Cina, si qualificano in tutto il mondo come prestatori basati sul web. Si parla di società che operano attraverso il cosiddetto peer to peer lending o marketplace lending. Ma di che cosa si tratta?
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Si tratta di società che grazie alle potenzialità della tecnologia riescono a gestire algoritmi impressionanti e con questa mole di dati decodificata ad abbinare la domanda con l’offerta di credito in tutto il mondo, formulando una stima statistica del rischio che i debitori rappresentano, fissando un tasso d’interesse accattivante e inferiore a quello di mercato per poi smistare i prestiti tra gli investitori che si presentano loro.
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Le aziende in questione che operano nel mercato del prestito tra pari sono quindi dei semplici intermediari che lavorano nel settore del credito, cercando di incrociare domanda e offerta nel modo più efficiente possibile. Tali società guadagnano poi chiedendo una piccola commissione ai prestatori (di solito pari all’1 per cento dell’operazione) e ai debitori (di solito compresa fra i 2 e il 5 per cento).