Crisi, Draghi (Bankitalia): “Fuori i prefetti dalle banche”

di Gianfilippo Verbani Commenta


 La saggezza popolare, come sappiamo bene tutti, vorrebbe che si ponessero “rimedi estremi” a quei mali che si presentassero come altrettanto gravi; “estremi”, appunto. Ebbene, la crisi economica che stiamo affrontando sembra sufficientemente estrema, dacché è “La peggiore dall’ultimo dopoguerra” come dicono gli analisti. Ma il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi non ci sta a farla diventare un pretesto, buono a rendere più invasivo il controllo dello Stato sulla finanza (che pure ha dimostrato di non sapersi autoregolamentare granché). È per questo che, durante un’audizione alla Camera dei deputati, ha tuonato: “No all’utilizzo invasivo di osservatori territoriali guidati dai prefetti!”

Il perché di questa richiesta, al di là del semplice “titolone” buono per la prima pagina del giornale, è molto serio: “Potrebbero svolgere – ha dichiarato Draghi – (ci auguriamo solo inconsciamente, ndr) un ruolo di pressione sulle banche che spinga ad allentare il rispetto di criteri di sana e prudente gestione nella selezione della clientela”. Ma se lo Stato è stato chiamato a tirarsi un po’ fuori dalla mischia, chi controllerà i banchieri? Ovviamente la Banca d’Italia, che come ha argomentato il governatore “Non ha mancato in qualcosa nella vigilanza degli intermediari in questi ultimi anni”.

Per chi crede, sarà stata la Provvidenza di manzoniana memoria; altri si affideranno al caso, mentre un ultimo gruppo dirà che è stato merito della “Previdenza”, qui intesa come prevenzione. Resta il fatto che l’Italia aveva già sperimentato nei primi anni Duemila le conseguenza della finanza creativa di Tanzi (Parmalat) e Cragnotti (Cirio), e per questo aveva già avuto modo di istituire strumenti di controllo atti a far sì che casi del genere non si ripetessero. Tranquilli, quindi, perché “La vigilanza della Banca d’Italia – ha chiosato il governatore – è stata riorganizzata e rivista a partire dagli scandali di 6-7 anni fa, ma negli ultimi 3-4 anni non è che ci siano stati casi di intermediari italiani saltati, come in altri Paesi”.