Il mercato delle abitazioni ha perso in totale 8 miliardi di euro, passando dai 75,7 miliardi fatturati nel 2012 ai 67,5 miliardi fatturati nel 2013. In diminuzione anche i mutui.
Il 2013 è stato l’anno in cui la compravendita di abitazioni ha toccato il livello più basso sin dal 1985, con un conseguente abbattimento dei prezzi degli immobili. Queste due condizioni, tuttavia, non hanno favorito di molto l’andamento del mercato dei mutui, che solo in parte ha potuto approfittare di un certo calo dei tassi di interesse a causa della contemporanea riduzione del potere di acquisto delle famiglie.
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Secondo l’Osservatorio del mercato immobiliare la compravendita di immobili ha proseguito nella sua discesa per tutto il 2013, con una quota di sole 407 mila unità abitative vendute, al di sotto anche delle 430 mila del 1985. Il mercato delle abitazioni ha così perso in totale 8 miliardi di euro, passando dai 75,7 miliardi fatturati nel 2012 ai 67,5 miliardi fatturati nel 2013. Guardando più da vicino la situazione, le aree più colpite da questo fenomeno sono state quelle del centro Italia e delle isole, che hanno fatto registrare cali pari a circa il 10 per cento, rispettivamente del 10,3 per cento e del 10,8 per cento, mentre di poco più sotto le aree del sud, con il 9,8 per cento, del nord ovest con l’8,8 per cento e del nord est, con un calo del 7,5 per cento.
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Tirando quindi le somme, il livello del mercato immobiliare nel corso del 2013 è sceso in totale del 9,2 per cento. Ad essere forse meno colpite dal fenomeno, che non si verificava da trenta anni, sono state le grandi città, in cui le compravendite di abitazioni sono diminuite complessivamente del 5,5 per cento. A Roma, ad esempio, le abitazioni hanno perso solo il 7,3 per cento.