In un frangente in cui la Borsa di Milano (ma non solo quella) non sta dimostrando grande brillantezza, per non dire che gli scivoloni sono tutt’altro che infrequenti, c’è un mercato pronto a regalare grandi soddisfazioni ai risparmiatori: è quello dei dividendi, che almeno a giudicare dai dati semestrali si preannunciano altissimi. Lo scenario di una Borsa debole difficilmente sarà invertito nei prossimi mesi, nonostante sia questa la speranza di tutti; così possiamo consolarci considerando che almeno per il 2011 è verosimile si stia preparando una ricca stagione di profitti per le blue chips. All’origine del boom è proprio la debolezza di un mercato che altrove non offre grandi alternative: persino i titoli di Stato viaggiano su valori di poco superiori al punto percentuale…
Non così i dividendi, dato che ci sono aziende pronte a staccare cedole per un valore anche vicino al 10% di quello della singola azione posseduta. La media delle blue chip e delle mid cap di Piazza Affari pone ad oggi i dividendi al di sopra del 4, quando non del 5%. Ci sono poi i casi eccezionali, come quello dell’energetico A2A (consorzio delle aziende elettriche di Milano e Brescia) che con una cedola di 10 centesimi renderà, al valore attuale del titolo, l‘8,8% del valore di una singola azione al risparmiatore.
Lo scenario è positivo, o quantomeno facilmente prevedibile (ma, come abbiamo spiegato, la prevedibilità dei mercati è una loro caratteristica “buona”), anche perché non si vedono fattori di criticità eccessivi mentre, per converso, c’è da ricordare che le aziende italiane di più alto profilo sono abituate a lavorare con percentuali di crescita dell’economia alquanto risibili, dunque paragonabili (se non addirittura inferiori) a quelli attuali. In particolare, poi, c’è da considerare che le aziende ex monopoli di Stato vivono ancora in un regime di scarsa concorrenza che le avvantaggia e le pone al riparo da emorragie di capitali.