Bene, ma non benissimo. Del resto il 2009 è stato un anno difficile per tutti, certo non poteva venir meno a questa logica uno dei più grandi gruppi bancari italiani, specchio alquanto credibile della realtà circostante. Pur in mezzo alla tempesta, la barca non ha comunque perso la rotta, tanto da poter immaginare di presentarsi con solide basi ai nastri di partenza di una ripresa che tutti giudicano ormai imminente, benché non rapidissima. Intesa Sanpaolo ha chiuso il 2009 con un risultato dell’attività di negoziazione a 1,122 miliardi (con una flessione di 53 milioni nello stesso periodo 08): unito ad altre voci, questo risultato ha dato origine a un utile netto a 2,805 miliardi (+9,9% annuo).
In un quadro di sostanziale debolezza e contrazione dei volumi gestiti, Intesa Sanpaolo è comunque riuscita – insomma – a generare ricavi a seguito di una robusta riorganizzazione di tutta la filiera produttiva (che non è terminata: si attende il risultato dei benefici attesi dalla cessione di 150-200 filiali a Credit Agricole, i cui termini e condizioni saranno finalizzati entro il 30 giugno 2010). Tra le poche voci in evidente ed interessante crescita, il risparmio gestito ha movimentato ben 226 miliardi, facendo segnare un +5,6% rispetto all’anno precedente.
Il Consiglio di Gestione ha quindi deliberato di proporre alla prossima assemblea ordinaria la distribuzione di un miliardo di euro di dividendo per il 2010, con 8 centesimi di euro per azione ordinaria e 9,1 centesimi di euro per azione di risparmio. La proposta di distribuzione di dividendo verrà sottoposta all’Assemblea ordinaria convocata per il 28-30 aprile 2010. Il pagamento del dividendo, se approvato dall’assemblea, avrà luogo a partire dal 27 maggio 2010. Rapportando il dividendo unitario al prezzo dell’azione registrato lo scorso 18 marzo, risulta un rendimento (dividend yield) pari al 2,7% per l’azione ordinaria e al 4,1% per l’azione di risparmio.