La F.IN.CO., Federazione aderente all’Associazione di imprese della Confindustria, e nata nel 1994 in rappresentanza delle industrie dei prodotti, degli impianti e dei servizi del settore delle costruzioni, ha inviato nei giorni scorsi, a firma del Suo presidente, Rossella Rodelli Giavarini, una lettera ai Ministri Giulio Tremonti, Claudio Scajola e Stefania Prestigiacomo, e per conoscenza all’Onorevole Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri, ed al Presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. Nella lettera, in particolare, viene in primis chiesta una proroga riguardo alle detrazioni fiscali al 55% sugli interventi di riqualificazione energetica, ma anche l’introduzione dell’eco-prestito, un finanziamento agevolato a tesso zero che contribuisca ad incentivare l’efficienza energetica nelle case private ad uso residenziale.
Questa richiesta, così come si legge in particolare nella lettera, viene formulata anche in base al fatto che il patrimonio immobiliare italiano contribuisce, in materia di emissioni di anidride carbonica, per una percentuale pari ad oltre il 35%. In pratica, la F.IN.CO. propone di mettere a punto, a favore delle famiglie, delle modalità di accesso su scala nazionale a prestiti che, aventi un tasso zero, siano rimborsabili nell’arco di dieci anni e per un ammontare di massimi 30 mila euro per ciascun richiedente.
Per quanto riguarda le modalità di accesso all’eco-prestito, la Federazione ritiene che questo debba essere erogato a patto che i lavori inizino entro il 2010 e terminino entro l’anno successivo; inoltre la somma, al fine di incentivare la realizzazione rapida degli interventi, dovrebbe essere concessa in due tranche: la prima all’inizio e la restante metà alla fine dei lavori. La F.IN.CO., riguardo alla proposta di eco-prestito, ha inoltre stilato ben sei tipologie di interventi da poter realizzare sull’immobile privato al fine di incrementarne l’efficienza energetica; il soggetto richiedente, al fine di ottenere l’eco-prestito a tasso agevolato, dovrebbe realizzare almeno due dei sei interventi che, tra l’altro, dovrebbero essere certificati da un progettista qualificato.