Lo rileva, nel suo report mensile relativo al mese di luglio, il Crif. L'ente mette in luce un nuovo rallentamento pari al -1,7% per ciò che concerne le richieste di finanziamento rispetto allo stesso mese dell'anno 2015.
Era già successo a giugno. Sta succedendo nuovamente. A seguito di 35 mesi consecutivi di rialzi, frenano ancora le richieste di mutuo.
Lo rileva, nel suo report mensile relativo al mese di luglio, il Crif. L’ente mette in luce un nuovo rallentamento pari al -1,7% per ciò che concerne le richieste di finanziamento rispetto allo stesso mese dell’anno 2015.
Si tratta dunque di un dato negativo che va però contestualizzato in quanto il confronto ha preso in considerazione un periodo che si è contraddistinto per una forte crescita delle domande trainate dalle surroghe che, fisiologicamente, stanno pian piano diminuendo. Più in particolare, infatti, il periodo gennaio-luglio 2016 evidenzia un aumento del 12,3% rispetto ai primi sette mesi del 2015, confermando un progressivo recupero dei volumi pre-crisi.
A fronte di un calo delle richieste, il Crif, che elabora i dati di più di 78 milioni di posizioni creditizie, evidenzia però un aumento dell’importo medio richiesto che, a luglio, si è attestato mediamente su 125.499 euro. Un valore che resta tuttavia ancora lontano dai 140mila euro richiesti in media nel periodo antecedente la crisi. Nello specifico, a luglio di quest’anno, il 29,4% ha richiesto mutui per un importo compreso tra 100mila e 150mila euro; il 20,9% tra 75mila e 100mila euro; il 19,3% tra 150mila e 300mila euro mentre solo il 2,8%ha oltrepassato i 300mila euro.
Per quanto riguarda la distribuzione dei mutui per durata, la fascia tra 16 e 20 anni, con un 23,6%, rappresenta la quota più consistente, mentre salgono al 67% del totale i mutui di durata superiore ai 15 anni, confermando la preferenza dei italiani verso piani di rimborso più lunghi ma con rate più leggere. La distribuzione per fasce di età vede invece in testa, con una percentuale del 36,1%, i richiedenti di età compresa tra i 35 e i 44 anni, seguiti dai 25-34enni con il 24,6% e dai 45-54enni con il 23,6.