Il documento unico di circolazione torna a far parlare di sé, con l’intervento del Garante della Privacy che lancia l’allarme sulla bozza di decreto. Così come viene impostato, per il momento, potrebbe rappresentare un rischio per la privacy degli automobilisti, secondo l’Autorità.
Non c’è pace dunque per questa innovazione, che vede sempre qualche ostacolo sulla sua strada, fin dall’approvazione nel 2017.
Si farà o no?
Il famoso documento unico di circolazione non è ancora operativo, e non si sa quando lo diventerà. Il documento telematico che dovrebbe unificare carta di circolazione e certificato di proprietà non riesce a trovare un decreto in grado di soddisfare i requisiti richiesti. Gli automobilisti lo stanno aspettando. Una forma di risparmio non indifferente, visto che potranno avere in un solo documento quello che spendono per due. Si tratta di 61 euro invece dei 100 che si devono pagare oggi.
Per il momento si parla del suo debutto per il primo gennaio 2020. Un rinvio di due anni, dalla prima bozza. Per scrivere i passaggi tecnici senza ledere i diritti dei cittadini.
Arriva però ora lo stop del Garante della Privacy che chiede alcune modifiche, sulla verifica delle informazioni online, che includono i dati del proprietario e del veicolo, ma anche eventuali ipoteche, procedimenti amministrativi e giudiziari. Tutte informazioni che dovranno necessariamente coinvolgere molti enti, e quindi una platea enorme di funzionari che sapranno tutto dei dieci milioni di automobilisti coinvolti.