I lavoranti dovranno essere coperti dai rischi del mestiere con delle polizze apposite, diverse da quelle che coprono i rischi del lavoro permanente.
La Sharing Economy sta prendendo piede anche nel nostro paese, ed in particolare l’home restaurant, che in molti stanno praticando a casa propria, sia per hobby e per piacere, che per avere delle entrate supplementari. Molti chef, che magari hanno perso il posto di lavoro con la crisi, si sono reinventati a casa, e il governo ha provveduto a regolamentare il settore. È stato approvato infatti un disegno di legge sia per la difesa del consumatore, che per esigere tasse da quella che è, anche se saltuaria, un’attività professionale, che va denunciata e tassata. Da un punto di vista fiscale, l’home restaurant non deve produrre più di 5000 euro l’anno, e 500 coperti, e il tutto deve essere transato con carte di credito, per essere rintracciabile.
Ma ci sono delle grandi novità anche da un punto di vista assicurativo. I lavoranti infatti, dovranno essere coperti dai rischi del mestiere con delle polizze apposite, che naturalmente devono essere diverse da quelle che coprono i rischi del lavoro permanente. Bisogna fare molta attenzione, perché le multe previste in caso di inadempienza, vanno dai 2500 ai 15000 euro. Inoltre si deve comunicare l’attività saltuaria al proprio comune, attraverso una segnalazione certificata di inizio attività, che ancora non è stata precisata dal ministero.