Nel corso del primo trimestre del 2014, i Bitcoin hanno perso più del rame che pure ha perduto il 10,5 per cento, della borsa russa, sotto di un 9,1 per cento, dell'indice giapponese Nikkei e del pesos argentino.
Tornano a far parlare di loro anche nel primo trimestre 2014 i Bitcoin, le ormai famose monete virtuali della rete. Ma questa volta lo fanno per una indubbia nota di demerito. Le valute digitali di internet si sono rivelate, infatti, nel corso del primo trimestre dell’anno in corso come uno tra i peggiori investimenti del periodo. Sebbene siano infatti ancora molti gli investitori che credono nelle potenzialità della moneta, è indubitabile che i Bitcoin stiano attraversando un momento di inversa svalutazione. I Bitcoin sono infatti stati protagonisti prima delle critiche da parte delle istituzioni internazionali, poi di una serie di attacchi informatici che hanno portato alcune piattaforme di scambio online alla chiusura.
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Il risultato di queste alterne vicende è quindi stata una perdita di valore pari al 38 per cento. Le monete virtuali più famose della rete, come molti ricorderanno, avevano un valore di appena 14 dollari nel mese di gennaio 2013, ma sono poi schizzate rapidamente al valore di 1200 dollari nel ore di novembre e dicembre scorso.
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Ma in seguito alla dichiarazione della bancarotta da parte di Mt. Gox, una delle principali piattaforme di scambio, il loro valore si è ridotto del 38 per cento. Nel corso del primo trimestre del 2014, quindi, i Bitcoin hanno perso in finale più del rame che pure ha perso il 10,5 per cento, della borsa russa, sotto di un 9,1 per cento, dell’indice giapponese Nikkei, che ha parimenti perso un 9 per cento, e persino del pesos argentino, il cui valore si è attualmente ridotto di oltre il 18 per cento. È per questo motivo che i Bitcoin possono essere considerati i peggiori investimento del primo trimestre del 2014.
Inoltre, alcuni giorni da l’agenzia delle entrate americana – IRS – ha deciso che le monete virtuali dovranno essere considerate come qualsiasi altro bene finanziario, quindi tassabili.