La flessione dei rendimenti dei titoli di stato è il frutto di fattori come la deflazione, la politica accomodante della Banca Centrale Europea e quella della liquidità alla ricerca di rendimenti e non contempla gli elementi di rischio che invece incombono a livello interno e a livello europeo.
I titoli di stato italiani sono stati protagonisti nel corso di questo ultimo anno di una discesa a ribasso che ha portato i loro rendimenti da un precedente 5 per cento all’attuale 3 per cento e nell’ultimo periodo hanno infine raggiunto il loro minimo storico di sempre a causa della concorrenza di più elementi.
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Dallo storico timore dell’inflazione dei prezzi si è passati quindi alla paura del suo contrario, la paura della deflazione, che ha trovato nell’ultimo periodo anche la disponibilità da parte Banca Centrale Europea ad applicare politiche non convenzionali che hanno in un certo penso favorito anche un trend a ribasso dei rendimenti.
Nella periferia dell’euro, inoltre, si scontano in questo periodo problemi di liquidità, cosa che mantiene alti i prezzi del titoli di stato ma ne abbassa lo spread. Una analisi della situazione economica secondo gli analisti finanziari mostra una Italia in cui ci sono più timori nei confronti dell’efficacia delle riforme, della lotta alla disoccupazione, della riduzione del debito pubblico e della ripresa industriale, ragione per cui il mercato sembra muoversi quasi in maniera automatica verso obiettivi sempre più ambiziosi.
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La flessione dei rendimenti dei titoli di stato è però il frutto dei fattori che abbiamo citato, come la deflazione, la politica accomodante della Banca Centrale Europea e quella della liquidità alla ricerca di rendimenti e non contempla gli elementi di rischio che invece incombono sia a livello interno che a livello europeo. La recente performance dei titoli di stato italiani è dovuta a fattori che non hanno a che vedere con le virtù del paese o con il recente cambio di governo. La prospettiva è quindi quella di una fine dell’ottimismo in seguito alla elaborazione dei rischi. Di conseguenza l’acquisto di titoli di stato con scadenze superiori ai tre o quattro anni potrebbe non essere prudente.