Il BOT piace: quante domande!

di Gianfilippo Verbani Commenta


 Nell’anno della crisi dei debiti pubblici, l’Italia è riuscita a ripararsi bene dalla bufera speculativa che ha colpito i titoli di Stato di mezza Europa. Da gennaio ad oggi, il Tesoro ha collocato circa 340 miliardi di titoli pubblici a breve, medio e lungo termine, raccogliendo sempre una domanda superiore all’offerta. Il costo dell’indebitamento, nonostante le tensioni che hanno caratterizzato i mercati, è rimasto sempre sotto controllo: la differenza tra i BTP a 10 anni e il corrispondente Bund tedesco è a 141,142 punti percentuali.  Il programma di emissioni del 2010, però, non è ancora finito.

Da qui alla fine dell’anno sono previste altre 17 aste, più di una a settimana. L’ultima, sin qui, è quella dello scorso lunedì, con le aste di BTP a 5 e 30 anni rispettivamente per un ammontare compreso tra i 2,5 e i 3,5 miliardi e 1,5/2 miliardi di euro. Con la scadenza di 52 miliardi di euro di titoli, settembre si annuncia un mese particolarmente pesante per le casse pubbliche. L’asta di venerdì scorso, però, ha confermato l’esistenza di un clima positivo anche oltre le attese: sono stati infatti collocati BOT in scadenza tra 12 mesi per un valore totale di 7 miliardi di euro e BOT a tre mesi per un valore pari alla metà di questa cifra, 3,5 miliardi.

La domanda è stata rispettivamente di 13,3 e 9,2 miliardi, a conferma del fatto che il debito pubblico italiano sa ancora ingolosire gli speculatori. Difatti sui titoli a 3 mesi il Tesoro ha visto un buon calo del rendimento medio, sceso di 0,15 punti a 0,683%, mentre sui titoli a dodici mesi si è registrata una lieve salita. Ha venduto bene anche il “Global Bond” in dollari da 2 miliardi che il ministero ha collocato lo scorso 8 settembre: compratori soprattutto in Asia e Europa (25% a testa), ma anche Africa e Medio Oriente. Il grosso, insomma, è stato fatto: l’Italia ha già ottenuto il 70% della raccolta preventivata; restano 4 mesi per raccogliere i 145 miliardi ancora necessari.