L’immagine della clessidra è inquietante per alcuni, affascinante per altri. I primi vedono nel’inesorabile scorrere della sabbia, dall’ampolla superiore a quella sottostante, il segno del tempo che fugge, e che non si può arrestare in nessun modo se non (e sarebbe un rimedio peggiore del male) rompendo questo arcaico cronometro; gli ultimi, invece, osservano la polvere scendere granello per granello, e ne rimangono meravigliati: ogni minuscolo frammento è un attimo che merita di essere vissuto, e compone insieme ad altri la storia di un’esistenza. Forse è questo il “versante” della diatriba che è stato scelto dagli uomini marketing di Banca Intesa-San Paolo, quando hanno si è trattato di battezzare “Clessidra” la carta revolving del gruppo.
Come leggiamo nella brochure informativa, Clessidra “ha una durata di 3 anni”, durante i quali consente di “pagare presso tutti i negozi che accettano carte di credito MasterCard, rateizzando totalmente le spese che vuoi affrontare”. Non solo: ai titolari di carta Clessidra sarà possibile effettuare acquisti su internet in tutta sicurezza, ottenere in qualsiasi momento (e gratuitamente) tutte le informazioni relative alla propria situazione, così come ottenere – perché altrimenti non staremmo parlando di una revolving – un anticipo di contante da un minimo di 2500 €uro fino ad un massimo di 5mila, prelevabili fino ad un massimo di 300 €uro al giorno.
Ma allora dove sta la differenza? Perché un consumatore dovrebbe scegliere Clessidra invece che altre carte? Non per il nome né per il design, quanto piuttosto per via delle condizioni che la rendono vantaggiosa specialmente presso i correntisti Intesa-San Paolo. Come ci dice il sito, infatti, “Se accrediti lo stipendio o la pensione su un conto corrente presso di noi, Clessidra è offerta a condizioni vantaggiose. E i vantaggi aumentano se l’azienda per cui lavori è nostra partner”. Il TAEG, poi, è decisamente inferiore ad una media che si attesta sul 13-15%: in questo caso si ferma al 9,95%