Gli investimenti finanziari vengono sconfitti da quelli immobiliari. Azioni, obbligazioni e fondi comuni di investimento, pur graditi alle tasche dei risparmiatori italiani, poco possono dinanzi alla volontà italiana di acquistare casa a tutti i costi. A fare gola sarebbero soprattutto i monolocali o i bilocali in città, scelti dal 20,7 per cento degli intervistati di una recente ricerca di Scenari Immobiliari, anche se resiste molto bene alla crisi la scelta di una casa più grande, per la propria famiglia (19,5 per cento).
Secondo il sondaggio effettuato dall’istituto, i cui risultati sono stati ampiamente ripresi dal quotidiano Il Sole 24 Ore, il 23 per cento degli intervistati ritiene che non ci siano investimenti adatti. È invece limitata la percentuale di chi investirebbe in azioni (5,5 per cento) o in titoli di Stato (9,4 per cento), mentre sarebbero ben più interessanti le percentuali di coloro che vogliono investire nella propria pensione integrativa (15,7 per cento).
Al primo posto rimane dunque il mattone, in particolare i mono e bilocali oppure una nuova abitazione per la famiglia. A seguire sono l’investimento nella ristrutturazione della casa (13,9 per cento) e l’acquisto di una abitazione all’estero (9,1 per cento).
Nonostante la propensione all’acquisto di case rimanga molto elevata, afferma Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, “il credito non aiuta, le banche sono restie a concedere mutui e, anche quando lo fanno, non sostengono più di tanto le famiglie in cerca di casa (…) Salvo un paio d’anni, tra il 2004 e il 2006, in pieno boom immobiliare da decenni la percentuale di mutuo concesso non supera il 50 per cento del prezzo di acquisto”.
Da osservare è, infine, che la casa diventa sempre meno sogno della propria vita, e sempre più necessità impellente per poter mettere al riparo i propri risparmi, con il mattone che – nonostante qualche crepa – sembra poter reggere alle tempeste più dure quale bene rifugio per eccellenza.