Una nuova sentenza della Cassazione, la n. 6947 del 17.03.2017, inasprisce i controlli dei conti correnti dei professionisti fino ad arrivare a verifiche sui conti di parenti stretti. Se prima servivano i requisiti di gravità, con questa sentenza della Cassazione, basta la sola presunzione per far scattare gli accertamenti del fisco sui lavoratori autonomi ed i liberi professionisti, che vedono rafforzare l’onere della prova contraria. Cambiano così gli accertamenti bancari, si fanno più stringenti e semplici, e a rimetterci saranno i professionisti, costretti ad esibire la famosa prova contraria. Insomma i commercialisti avranno un gran da fare nella rintracciabilità di tutti i movimenti bancari dei professionisti, che adesso dovranno dimostrare la provenienza dei movimenti bancari non imponibili. Nel mirino saranno non soli i bonifici a favore, e i versamenti in contanti, ma anche i prelievi, per cui si dovrà dimostrare sempre l’impiego, senza i requisiti finora necessari alle richieste del fisco. E questo viene esteso anche ai parenti stretti, anche se questi non hanno conti cointestati con il professionista. Nel mirino finiranno infatti anche conti presumibilmente riconducibili alle attività del lavoratore autonomo. Mogli e figli quindi, potrebbero subire accertamenti nei loro conti bancari, senza che questi vengano utilizzati dal proprio parente, nel caso il fisco sospetti redditi anomali.
La Cassazione inasprisce i controlli sui conti correnti dei professionisti
di 4 Aprile 2017Commenta