Le banche italiane sono le maggiori creditrici italiane in quanto a titoli di stato e questo stato di cose spiega anche le anormali oscillazioni di Piazza Affari rispetto a molti altri listini europei.
Secondo una delle ultime rilevazioni compiute dalla Banca d’Italia, quella relativa al mese di ottobre 2014, le banche italiane detengono la maggior parte dei titoli di Stato emessi dal Tesoro. Un quarto del totale di questi ultimi, infatti, è racchiuso attualmente nei forzieri degli istituti di credito, per un ammontare pari a 414 miliardi di euro su una cifra complessiva di 1814 miliardi di euro.
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Le banche italiane sono quindi le maggiori creditrici dello stato in quanto a Bot, Ctz, Cct e Btp e questo stato di cose spiega anche le anormali oscillazioni di Piazza Affari rispetto a molti altri listini europei. Il settore delle banche iscritte a Piazza Affari, infatti, è di conseguenza particolarmente sensibile a tutte le circostanze che possono avere effetti sullo spread e sul debito pubblico.
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Questa peculiarità del sistema influenza di conseguenza l’andamento dei listini azionari, dal momento che le banche sono massicciamente presenti all’interno dei listini della piazza milanese. La situazione si presenta così caratterizzata da un alto tasso di volatilità rispetto ad altre realtà europee, quasi il doppio rispetto alla media europea.
Come mai, tuttavia, le banche italiane continuano ad essere per una parte così elevata creditrici dello stato anche se la Banca Centrale Europea cerca di dissuadere gli istituti da tali comportamenti? Secondo gli esperti di settore la risposta a questa domanda deve essere individuata nel fatto che la domanda italiana di credito di qualità da parte di famiglie e imprese è ancora molto bassa e le sofferenze bancarie ad un livello molto elevato.