In generale si prevede che la nuova riforma porterà una rivalutazione dal 30 al 180 per cento delle rendite immobiliari, sulla base delle quali poi si pagheranno le tasse sugli immobili.
Nel giro di circa 5 anni verrà completata da parte dell’ Agenzia delle Entrate la riforma del nuovo catasto, che porterà con sé importanti novità per il settore immobiliare e per quelle fiscale.
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Si parla infatti di una possibile riduzione della rendita per gli immobili di interesse storico e artistico, pari a circa il 30 per cento per i palazzi che hanno una estensione oltre i 300 metri quadri. Ci sarà anche una esenzione dalle tasse per le chiese e i luoghi di culto, dal momento che non hanno alcuna rendita o valore catastale quando utilizzati per gli scopi che sono loro propri.
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Piuttosto serrati saranno i lavori che verranno attribuiti al completamento della riforma, con tappe di avanzamento e scadenze distribuite nell’ arco del tempo previsto.
Entro il primo luglio prossimo, infatti, verranno concluse le operazioni di campionamento degli immobili italiani e entro il mese di luglio 2018 saranno messe a punto le funzioni statistiche. Alla definizione della nuova base imponibile si arriverà solo nel mese di dicembre 2019, ma l’ insediamento delle commissioni locali avverrà già a partire dal primo novembre del 2015, data in cui si comincerà a lavorare sulla valutazione della funzione statistica.
Ci sarà anche una apposita commissione volta a valutare i casi sottoposti ad eventuali ricorsi. In generale si prevede che la nuova riforma porterà una rivalutazione dal 30 al 180 per cento delle rendite immobiliari, sulla base delle quali poi si pagheranno anche le tasse e proprio questa rivalutazione dovrebbe essere seguita da una riduzione della pressione fiscale, o almeno così ci si augura.