Per le Start-up i finanziamenti vanno ancora a rilento

di Daniele Pace Commenta


 Le Start-up in Italia stentano ancora, e i finanziamenti restano pochi. A dircelo il Tech Insights di Milano, che si svolge ogni anno. I finanziamenti ci sono, ma a quanto pare, sono le poche start-up a non richiederli.

A parlarne Massimiliano Magrini, ex country manager di Google Italia e fondatore di United Venture SGR. La società organizza l’evento, ma vede che l’Italia è ancora indietro in questo settore. Ci sono molte occasioni, sia per la quantità dei finanziamenti che per la distribuzione sul territorio. A frenare le richieste sembrano essere i tanti dazi, che concentrano le iniziative in pochi posti.

Uno sguardo più specifico

Per Massimo Russo, direttore di Gedi, si stanno aprendo comunque nuovi spazi. Dal solo hub di Londra iniziano a delinearsi nuove città dove aprire le start-up. Tutte le grandi capitali europee hanno iniziato a occupare i vari settori. In Italia c’è Milano, che sta attirando sia cervelli che finanziamenti su nuove idee.
Lo conferma Francesco Banfi, fondatore di Brumbrum per la vendita online di veicoli usati. Certo, bisogna che il finanziatore abbia fiducia nel progetto, ed è questo l’ostacolo maggiore.
Scegliere il settore giusto allora, è essenziale per la riuscita dell’impresa. Per il capo di Kpn, Maximo Ibarra, il settore medico sarà prioritario nel futuro, con l’invecchiamento della popolazione europea.