Mediobanca, Deutsche Bank e Goldman Sachs scoppiano di salute: le trimestrali

In un quadro di sostanziale ripresa c’è ancora qualcosa di poco chiaro: come ha fatto l’economia a uscire da una crisi “seconda solo a quella del ‘29” in così poco tempo, e con così tanta efficacia? È un fatto che banche ed aziende sono tornate a fare utili, anche se è un fatto pure l’aumento senza precedenti della disoccupazione. Nel frattempo c’è qualcuno che cerca di spiegarsi il perché di una situazione che sta tornando ai livelli pre-crisi pur senza poter contare su una “moralizzazione” della finanza tanto auspicata quanto disattesa dai principali governi internazionali. Insomma: c’è il pericolo di una seconda, evidentemente più devastante bolla. Mentre le banche, già oggi, gongolano.

In Italia succede a Mediobanca, che nell’ultimo trimestre ha conseguito un utile netto di 200,6 milioni di €uro tornando a vedere il segno “più” dopo tre trimestri decisamente difficili. Il motore della crescita del sodalizio tricolore sembra essere stato l’attività di “Corporate and Investment Banking”; in particolare, l’area “mercati” ha trainato il tutto con ricavi raddoppiati sull’anno a 355 milioni e in aumento del 15% rispetto al trimestre precedente. I proventi del trading nelle Borse, per dirne una, sono saliti da 0,9 a 162 milioni. Un’esplosione.

Se la passa bene anche Deutsche Bank, che ha triplicato i profitti nel terzo trimestre con un utile netto di 1,4 miliardi di €uro rispetto ai 414 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente. Nei 9 mesi il risultati è sbalorditivo: 3,6 miliardi contro 918 milioni. Dei 7,2 miliardi di ricavi trimestrali, 3,1 vengono dal trading: record di sempre. L’americana Goldman Sachs è ancor più in salute, avendo registrato un terzo trimestre da 12,37 miliardi di dollari di ricavi e un utile netto “monstre” di 3,19. Il traino viene dalle attività a reddito fisso e dal trading valutario sulle materie prime, il cui giro d’affari è più che quadruplicato.