Spesso, troppo spesso, abbiamo cercato di fornirvi consigli su come si può risparmiare quando si spende: finanziamenti, prestiti personali, carte di debito e quant’altro sono infatti strumenti di indebitamento, non certo di risparmio. Ma un’economia che voglia potersi definire sana, sia su scala nazionale che – più in piccolo – al livello di un nucleo familiare o di una singola persona, non può prescindere dall’accumulazione prima che dalla spesa, dal guadagno prima che dall’impegno di capitali. È per questo che oggi vogliamo consigliarvi un investimento, e per l’occasione abbiamo scelto una soluzione “d’autore” così come viene reclamizzata dall’offerente, che altri non è che il Gruppo Mediobanca. Il prodotto, quasi a confermare (come spiegato poco sopra) che sarebbe meglio risparmiare prima di spendere, si chiama Mediobanca Primo Atto.
Primo Atto è un’obbligazione a 10 anni con cedola annua lorda del 4,50%, firmata (quindi garantita da) Mediobanca. Le obbligazioni Mediobanca Primo Atto possono essere acquistate e rivendute quando si vuole, dal momento che soggiacciono alla disciplina imposta dal mercato telematico di Borsa Italiana (MOT) presso il quale sono quotate. Anche l’operazione di compravendita è molto semplice: basta passare un ordine alla propria banca direttamente allo sportello, ma anche attraverso internet e phone banking, e il gioco è fatto. Il tutto a patto di investire, che non significa perdere bensì immobilizzare per generare guadagno, un importo minimo negoziabile di 1.000 euro.
Il vantaggio per il risparmiatore, detto in soldoni, dove lo troviamo? Siccome stiamo parlando di un investimento in titoli, il confronto può essere fatto con il rendimento dei BTP dello Stato. Ebbene, se qui abbiamo detto il rendimento lordo essere pari al 4,50%, nel caso di un BTP di recente emissione l’interesse garantito è fermo a quota 3,88%. Come anche per tutti gli altri casi, sebbene non sempre ci sia lo spazio per ricordarlo come invece facciamo qui, è bene leggere il foglio informativo approvato dalla Consob. In un momento di crisi e taglio del rating anche a carico di Stati sovrani, la “qualità” del prodotto in oggetto secondo Standard&Poor’s è A+/A-1.