A chi pensava che il microcredito, formula di finanziamento che è valsa al suo inventore Muhammad Yunus l’investitura del Premio Nobel 2006, fosse “l’idea delle idee” e per il lancio dell’economia nei Paesi in via di sviluppo e per la prosperità degli istituti di credito che lo concedono, ecco giungere la smentita: non esiste solo il microcredito; nascono oggi le microassicurazioni. Il denominatore comune resta il destinatario dell’offerta: gli abitanti dei Paesi in via di sviluppo. L’idea è della compagnia Swiss Re, che in partenariato con la ONG Oxfam ed i ricercatori della Columbia University ha progettato l’impalcatura del prodotto.
Se il microcredito poteva agevolare, ad esempio, l’acquisto delle sementi per chiunque avesse voluto mettersi alla prova nel settore agricolo, una precipitazione troppo abbondante oppure scarsa poteva invece far svanire questo sogno in un baleno. Perché, allora, non tutelarsi dagli effetti dei capricci meteorologici? Assicurarsi sarebbe una soluzione ideale, peccato che per le compagnie il controllo del costo dei danni a carico delle singole fattorie fosse troppo alto: non se ne era mai fatto nulla. Mai, ma solo fino ad ieri: da oggi infatti è in corso, per ora solo in via sperimentale, uno studio di fattibilità per un possibile lancio in grande stile delle microassicurazioni.
Di cosa si tratta, in sostanza? Swiss Re ed i suoi partner hanno approntato una formula tale per cui il contadino, dietro il pagamento di pochi dollari l’anno, possa ricevere una compensazione in denaro se le piogge sono più scarse della media oppure tardano troppo, indipendentemente dal buon esito del raccolto. Lo schema è in prova in Africa, America Latina ed Asia, con parametri differenti a seconda delle condizioni climatiche. Ai Caraibi, per esempio, non sono tanto le precipitazioni a far da discrimine, quanto piuttosto la forza del vento: essendo la zona soggetta ad uragani…
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