Il 2020 è stato l’anno della pandemia, del lockdown e anche dei grandi cambiamenti economici: un anno complesso, caratterizzato da ampie modifiche delle abitudini di spesa degli italiani e da alcuni nuovi trend sostanzialmente diversi dagli anni precedenti.
Lo stravolgimento del mercato immobiliare è sicuramente una realtà con la quale confrontarsi: la casa è diventata il principale ambiente in cui dedicare il proprio tempo e le proprie attività quotidiane, di studio e di lavoro. Si dà dunque nuova importanza alle mura domestiche ed alla ricerca di spazi gradevoli e comodi dove poter passare il proprio tempo.
Il calo di compravendite immobiliari è stato inevitabile: secondo Nomisma è stato del 20% rispetto al 2019. I tassi sono rimasti molto bassi e gli istituti bancari hanno concesso mutui anche superiori all’80% con molta più facilità.
Sono cresciute le surroghe per mutuo e i mutui ristrutturazione
La surroga del mutuo online è diventata una procedura decisamente appetibile, e molto popolare: secondo i dati di Abi, il primo semestre 2020 ha visto crescere le surroghe del 2018% rispetto allo stesso periodo del 2019. Tantissimi hanno pensato giustamente di verificare la possibilità di rinegoziare il proprio mutuo con una banca differente per poter sfruttare condizioni migliori, ottenendo risparmi sostanziosi.
I mutui per ristrutturazione sono cresciuti in maniera importante, sicuramente grazie ai numerosi incentivi introdotti tra cui l’importantissimo Superbonus 110%, che ha permesso di finanziare con più facilità numerosi progetti. I consulenti finanziari hanno avuto un’importanza notevole, nel poter offrire la propria consulenza e avviare gli iter amministrativi per la concessione dei bonus.
Come cambiano i mutuatari
I dati di Abi denotano anche un incremento di importi dei mutui, con una media di oltre 136mila euro. Crescono i mutui prima casa (87,6%), mentre l’età media dei richiedenti resta compresa tra i 18 e i 44 anni.
Il 2020 rimane un anno caratterizzato dal ribasso dei tassi di interesse, e un doppio calo dei costi, caratterizzato sia dalle politiche della BCE, sia dalle scelte strategiche degli istituti bancari, che hanno scelto autonomamente margini molto più bassi del 2019. I tassi rimarranno bassi anche per tutto il 2021 così da favorire una crescita economica più veloce ed armoniosa dell’Eurozona.