L’intervento della Banca Centrale Europea, che ha fissato il tasso di riferimento all’1%, non ha certo eliminato – pur agevolandola – la situazione critica dei mutui. Lo sanno bene milioni di persone, uomini e donne, che ogni mese sono alle prese con la fatica di riuscire ad adempiere all’impegno contratto con le banche. Casa, automobile, vecanze e chi più ne ha più ne metta: la richiesta di una pagamento dilazionato, oggi più che mai, arriva per i motivi più svariati ma ha una sola e grande motivazione: l’incertezza del lavoro, il salario insufficiente a soddisfare le esigenze, la scarsa disponibilità di denaro liquido in tempi brevi.
E allora, via ad affidarsi alle banche. Che, nonostante l’intervento della Bce, in alcuni casi – lo dice una ricerca fatta da Adusbef – mantengono mutui fissi a tassi superiori al 6%. E’ stata la stessa associazione dei consumatori, poi, a stilare una oggettiva classifica relativa agli istituti più convenienti a seconda della tipologia di prestito scelto.
Le casistiche prese in esame sono differenti: in un caso, quello di un mutuo di 200 mila euro, nei dieci anni e nei venti anni a tasso fisso, a garantire un’offerta migliore ci pensa Che Banca, con un Taeg (tasso annuo effettivo globale) del 5,04 e del 5,57 per cento. Subito a ruota si piazza Intesa Sanpaolo, seguita dal gruppo Monte dei Paschi. Altra ipotesi: per il tasso fisso a 30 anni, l’offerta che supera tutti la propone Woolwich e Barclays Bank (entrambe con un Taeg al 4,87 per cento), al secondo posto la Bnl.
La scelta del mutuo a tasso variabile per i dieci anni e i vent’anni garantisce l’ottima proposta di Monte dei Paschi, per i trent’anni la spunta Ing Direct. Ad illustrare nello specifico motivazioni e analisi che hanno seguito l’indagine effettuata, ci pensa Elio Lanutti, massimo rappresentante dell’associazione Adusbef:
“Nella scelta non bisogna farsi abbagliare dalle convenienze contingenti dei tassi, errore in cui incappano spesso i più, ma occorre pensare anche ai futuri rincari della Bce. Ecco perchè nella fase attuale Adusbef consiglia di optare per i tassi fissi, perché la percentuale di pericolosità rispetto a quelli variabili è decisamente più ridotta”.