I richiedenti del mutuo a tasso fisso sono arrivati ad essere il 22 per cento del totale nel 2014, partendo da una percentuale del 16 per cento ad inizio anno.
Da qualche tempo a questa parte nel mercato del credito italiano si è aperta una nuova stagione, quella della convenienza dei mutui a tasso fisso, che con il ribasso dei tassi di interesse e il calo dell’ Eurirs, sono diventati più appetibili del passato.
I richiedenti del mutuo a tasso fisso sono infatti arrivati ad essere il 22 per cento nel 2014 partendo da una percentuale del 16 per cento inizio anno. E sono ancora più numerosi coloro che nel corso dello scorso anno hanno scelto un mutuo a tasso fisso richiedendo una surroga del loro vecchio mutuo, arrivati a rappresentare il 36 per cento del totale.
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In verità il mutuo a tasso fisso ha ripreso vigore da quando il ribasso dei tassi e l’introduzione del quantitative easing hanno dato nuovo impulso all’ economia e al contrasto della deflazione, in quanto il differenziale tra tasso fisso e tasso variabile si è sempre più ridotto. In questo caso, a parità di spread, la convenienza del mutuo a tasso fisso risulta superiore, in quanto si ha il vantaggio di vedere congelati sia il tasso che l’ importo della rata a partire dal giorno della stipula e fino alla durata del contratto.
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Si deve pensare, infatti, che attualmente i mutui a tasso fisso sono finiti decisamente sotto la soglia del 4 per cento, mentre nel corso del 2002 il tasso migliore si aggirava intorno al 6,35 per cento e nel 2003 intorno al 5,5 per cento. Già nel 2004, tuttavia, i tassi erano risaliti al 5,8 per cento.