Mutuo, tassi ai minimi

di Gianfilippo Verbani Commenta

Cosa scegliere tra fisso e variabile nel 2016?


I tassi connessi ai mutui ipotecari hanno raggiunto in Italia durante gli ultimi mesi valori minimi record, sia per il tasso fisso che per il tasso variabile.

Nella fattispecie, il tasso fisso si attesta attualmente in media sul 2,5% per un mutuo a venti anni, mentre il tasso variabile vale mediamente poco meno dell’1,5% durante lo stesso arco temporale. Eppure, malgrado il tasso variabile sia al momento più conveniente, le famiglie sembrano propendere sempre di più per il tasso fisso. Nello specifico, in base ai dati diffusi dall’ABI, nell’intero 2015, i mutui a tasso variabile sono stati pari al42,8% delle nuove erogazioni, mentre quelli a tasso fisso, a dicembre scorso, ne rappresentavano quasi i due terzi a fronte di una quota del 25% nei dodici mesi precedenti.

I consumatori si pongono un quesito: quale tasso conviene perciò scegliere nel 2016?

La risposta non è scontata. Il tasso fisso, legato strettamente all’Eurirs, assicura rate costanti per tutta la durata del finanziamento. E’ dunque consigliabile a chi preferisce spendere mensilmente un po’ di più, in confronto a un mutuo a tasso variabile, ma desidera avere la certezza che per venti o trenta anni la rata sarà sempre la stessa, al riparo da qualsiasi oscillazione del denaro.

Il tasso variabile, legato strettamente all’Euribor, attualmente assicura un certo risparmio sulla rata mensile. Ma c’è anche da considerare che il mutuo è un finanziamento a lungo termine. Ciò significa che, in futuro, il tasso variabile potrebbe subire delle oscillazioni al rialzo, tali da fare aumentare anche la relativa rata, malgrado gli analisti non si prevedono crescite significative nei prossimi anni. Questa soluzione è quindi suggerita a chi sa di poter eventualmente far fronte a una spesa mensile più alta.