Nello specifico, i prestiti destinati all'acquisto di beni e servizi sono cresciuti del 18,4%, a dimostrazione che gli italiani hanno ripreso ad acquistare tramite rate prodotti come auto, moto, elettronica e vacanze.
Si registra una nuova e forte crescita delle domande di prestiti da parte delle famiglie italiane, la quale si attesta al +13% in confronto allo scorso anno nell’aggregato personali + finalizzati.
Nello specifico, i prestiti destinati all’acquisto di beni e servizi sono cresciuti del 18,4%, a dimostrazione che gli italiani hanno ripreso ad acquistare tramite rate prodotti come auto, moto, elettronica e vacanze. E non è sbagliato immaginare che molte famiglie abbiano chiesto un prestito per accontentare le esigenze dei propri figli, dato che in molti casi sono proprio loro che usufruiscono dei più diffusi beni di consumo.
Un’indagine dell’osservatorio Findomestic ha fatto chiarezza sui bisogni e sulle necessità dei ragazzi (giovani, giovanissimi e anche un po’ meno giovani) che vivono ancora in famiglia, scoprendo che sono tante e molto spesso costose:
Innanzitutto per colpa della crisi il 66% degli under 35 italiani vive coi genitori, un dato in crescita rispetto al 61% del 2007 e molto superiore alla media europea, ferma invece al 49%. Ciò significa che nella maggior parte dei casi quel 66% dipende economicamente dal papà e dalla mamma. Che, poverini, per ovviare alle esigenze dei figli sono spesso costretti a fare i salti mortali chiedendo prestiti e altre forme di finanziamento (a volte sono talmente tanti che conviene raggrupparli con il consolidamento debiti). Ma nello specifico quali sono queste esigenze? Beh, pensate nella stessa indagine è emerso che l’età giusta per ricevere il primo cellulare sia quella compresa tra gli 11 e i 14 anni (71%), ovvero il periodo tra l’inizio delle scuole medie e quello delle superiori, mentre solo il 21% crede sia giusto comprarlo dopo i 15 anni. Invece per la prima vacanza da soli, cioè senza genitori, il 41% indica un’età tra i 14 e i 17 anni e soltanto uno su quattro pensa che si debba aspettare la maggiore età.