Non accenna ad arrestarsi il deterioramento del sistema creditizio italiano e, in esso, il volume dei finanziamenti personali che sono concessi a famiglie e imprese. Stando a quanto affermato dal Supplemento al Bollettino Statistico ‘Moneta e banche’, relativo al mese di giugno, a firma della Banca d’Italia, nel corso del sesto mese dell’anno le sofferenze bancarie in Italia hanno mostrato un rallentamento del ritmo di crescita, ma i prestiti si sono nuovamente contratti.
In particolare, sottolineava un comunicato della Reuters, “secondo i dati di Banca d’Italia il tasso di crescita sui 12 mesi delle sofferenze bancarie è risultato pari al 22 per cento a 138,043 miliardi in giugno, in leggero rallentamento dal 22,4 per cento (rivisto) di maggio (135,745 mld) quando aveva registrato l’incremento più sostenuto dall’inizio della serie di rilevazioni nel 1998″ (vedi anche il nostro recente approfondimento sui prestiti spese mediche).
Già nel corso del proprio precedente bollettino l’istituto monetario italiano aveva sottolineato come le sofferenze bancarie fossero destinate a salire ancora nella seconda parte dell’esercizio, pur aggiungendo come l’assetto patrimoniale delle banche rimanga piuttosto solido.
“La crescita delle sofferenze era stata superiore al 30% dalla fine del 2010 fino al primo trimestre del 2011 per poi scendere verso valori di +27-28% fino alla metà del 2011″ – ripielogava in proposito il comunicato della Reuters, per poi ricordare che “i depositi bancari del settore privato hanno ancora evidenziato un incremento – del 6% in giugno – pur in rallentamento dal 7,1% annuo in maggio”.
Sul fronte dei depositi, invece, l’Abi ricorda come a metà luglio la raccolta dalla clientela residente sia salità del 5,7 per cento a quota 1.204,8 miliardi di euro. I prestiti al settore privati sono invece diminuiti del 3 per cento dopo il – 2,4 per cento riscontrato nel corso del mese di maggio. I prestiti alle famiglie sono calati dell’1 per cento su base annua, mentre quelli alle società non finanziarie sono diminuiti del 4,1 per cento dopo il – 3,6 per cento registrato a maggio.