Sembra che il calo del numero delle costruzioni nell'ultimo periodo non abbia modificato affatto il mercato delle abitazioni. Contrariamente a quanto ci si sarebbe aspettato.
Si possono fare delle considerazioni generali sul prezzo degli immobili italiani. Quest’ultimo, infatti, nel corso del secondo semestre del 2014, non ha subito grandi variazioni. Sembra cioè che il calo del numero delle costruzioni nell’ultimo periodo non abbia modificato affatto il mercato delle abitazioni. Contrariamente a quanto ci si sarebbe aspettato.
> L’andamento del prezzo degli immobili nuovi e esistenti nel 2014
L’ offerta di abitazioni in questo ultimo periodo è sicuramente superiore alla domanda, che si è invece ridotta in seguito all’attuazione di alcuni fattori, come la riduzione del potere di acquisto da parte degli acquirenti e il mantenimento dei prezzi stessi su livelli abbastanza alti. Alcuni economisti hanno così provato a spiegare il fenomeno del perché tale squilibrio non porti ad una riduzione dei prezzi.
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Una possibile spiegazione deve essere individuata nel ruolo svolto dalle banche, le quali, quando il mercato era favorevole e in crescita, hanno finanziato la costruzione di nuove abitazioni, e poi con il sopraggiungere della crisi e il calo della domanda, si sono trovate a gestire imprese edili non più in grado di saldare il proprio debito.
In alcuni di questi casi le banche hanno pignorato gli immobili dati in garanzia ai prestiti contratti. Tali immobili non finiscono, però, ora sul mercato comune per non esporre le case ad una successiva svalutazione. Sono già tante, infatti, le famiglie che non sono state più in grado di pagare le rate del mutuo contratto in precedenza. Ora anche le imprese cercano di non abbassare i prezzi delle nuove costruzioni, al fine di permettere la restituzione dei prestito alle banche e, qualora si proceda con il pignoramento degli immobili, le banche pensano che la diminuzione del costo possa portare ad una svalutazione del credito concesso.