È successo per la prima volta nel giro di ben tre anni: stiamo parlando del Brent, che finalmente ha toccato una quota al di sotto della soglia dei 70 dollari al barile.
Come si può facilmente intuire, sono diverse le ragioni di tale trend, a partire dalla diminuzione della domanda, in modo particolare di quella del continente asiatico, come testimoniato dai dati che riguardano India e Cina. Non solo, dal momento che le altre motivazioni fanno riferimento soprattutto alla richiesta di un più alto livello di produzione che è stato deciso da parte dell’Opec+.
Nel frattempo, ecco che i carburanti necessariamente stanno subendo anche la forte diminuzione dei costi. Il prezzo medio della benzina self service, ad esempio, si è abbassato intorno a 1,77 euro al litro, toccando i livelli minimi nel 2024.
Dando uno sguardo più completo, è interessante mettere in evidenza come a ridursi sono state anche le quotazioni in quel di New York, dove si sono abbassate del 4,31%, a 65,75 dollari al barile. Non solo, dal momento che il prezzo del Brent ha avuto un nuovo riallungo, visto che è risalito sopra la soglia dei 70 dollari.
Per chi non lo sapesse, il brent si caratterizza per essere un mix di petrolio che arriva da diversi giacimenti presenti nel Mare del Nord. L’estrazione avviene direttamente in mare e viene valutato come di notevole qualità, senza dimenticare come sia la tipologia prediletta per quanto riguarda l’attività di raffinazione non solo della benzina, ma anche del diesel. Il brent viene considerato a tutti gli effetti un punto di riferimento per i vari mercati. In effetti, i prezzi legati al brent condizionano e non poco anche i prezzi di tutte le altre miscele.
Un trend che è condizionato da un gran numero di fattori, in primis le preoccupazioni che riguardano l’economia nel suo complesso e nello specifico l’economia cinese. Pechino, in effetti, si può considerare come uno dei consumatori di petrolio più importanti a livello mondiale. Come si può facilmente intuire, un altro ruolo di tutto rispetto è quello legato all’India. Basti pensare ai dati legati al mese di agosto, in cui è stato registrato un calo dei consumi di carburanti pari al 6,7%. In generale, è il mercato asiatico che ha inciso in negativo da questo punto di vista. A livello mondiale, la Iea ha stimato che il consumo mondiale ha subito un incremento intorno agli 800 mila barili al giorno in confronto al primo semestre del 2024.