In termini finanziari, l'Italia è purtroppo tra i Paesi più scoperti in caso di tutela dagli infortuni e dalle invalidità (incidenti, malattie nervose, disturbi scheletrici e reumatici sono le cause principali).
La percezione di perdere la capacità di lavorare, per infortuni o per invalidità, è scarsissima tra la gente. La maggior parte della popolazione sottovaluta un rischio ancor più grande del divario pensionistico per il proprio reddito: quello di perdere la capacità lavorativa. Ciò viene definito dagli esperti come “divario della tutela del reddito”.
Il colosso svizzero Zurich ha condotto un’indagine a campione su 6mila persone, di età tra 18 e 70 anni, che vivono in Germania, Irlanda, Svizzera, Italia, Spagna, Regno Unito, e ha scoperto come solo un decimo degli intervistati teme di non essere più in grado di lavorare durante la vita attiva: tuttavia, i dati statistici mostrano che fino al 25% della forza lavoro potrebbe perdere la capacità di lavorare:
Come assicuratori abbiamo una responsabilità in merito e possiamo giocare un ruolo importante nel contribuire e attenuare i rischi correlati al divario della tutela del reddito. La sensibilizzazione degli individui rappresenta un passaggio importantissimo, perché prendano provvedimenti volti a tutelare se stessi e i loro cari in caso di perdita della capacità di lavoro.
In termini finanziari, l’Italia è purtroppo tra i Paesi più scoperti in caso di tutela dagli infortuni e dalle invalidità (incidenti, malattie nervose, disturbi scheletrici e reumatici sono le cause principali). Mediamente, infatti, i 6mila intervistati dichiarano di detenere risparmi, investimenti e polizze assicurative e pensionistiche per vivere per 4,6 anni, in caso di ritiro coatto dal lavoro. Ma in Italia gli anni di copertura sono solo 3,4, un dato che allinea – con la Spagna, che sta a 3,3 – il paese tra gli ultimi della lista. La Germania primeggia, con 6,8 anni di “autonomia” dal lavoro dei suoi intervistati, ed è tallonata dalla Svizzera (6,4).