L'incremento, durante lo scorso mese, è stato del 5,1%.
Se la crisi economica aveva affossato il volume delle richieste di prestiti da parte delle famiglie italiane, la ripresa degli ultimi mesi, non sempre solida ma comunque costante, sta lentamente riportando il giro d’affari ai livelli pre-crisi, a riprova della ritrovata fiducia dei consumatori dopo anni di perdurante fragilità del quadro economico, che aveva pesantemente placato i programmi di spesa e di investimento dei nuclei familiari.
In particolare, come evidenzia l’analisi di EURISC, a marzo 2016 è stato fatto registrare un incremento del 5,1% della domanda di prestiti delle famiglie italiane rispetto al medesimo mese dell’anno scorso, portando complessivamente il dato del I trimestre ad attestarsi su un ottimo +9,0%. Vivacissimo, come al solito, il contributo dei prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi, la cui richiesta nei primi tre mesi del 2016 è cresciuta di un eloquente +17,0% nei confronti del 2015. In termini assoluti, si tratta del miglior I trimestre degli ultimi sette anni. Meno evidente, invece, la crescita dei prestiti personali, compresi piccoli prestiti e prestiti veloci, protagonisti comunque di un mese di marzo caratterizzato dal segno positivo (+1,4%) dopo una sequenza di variazioni negative.
Segnali incoraggianti anche relativamente all’importo medio richiesto, che nel I trimestre 2016 è stato di8.548 euro per l’aggregato di prestiti personali più finalizzati (5.509 i finalizzati e 12.651 i personali, entrambi in salita), contro i 7.950 euro del pari periodo 2015. Se rapportato al 2008, prima che la crisi si manifestasse inducendo gli italiani alla massima prudenza, l’importo medio risulta inferiore dell’11,0%. Insomma, c’è ancora da lavorare ma ci stiamo avvicinando.
Per quanto concerne invece la classe di importo preferita, ancora una volta ha prevalso quella inferiore ai 5.000 euro che da sola rappresenta il 47,4% del totale, mentre rispetto alla tendenza degli ultimi anni si è notata una certa discontinuità nella scelta dei piani di rimborso dei finanziamenti: nei primi tre mesi del 2016, infatti, la fascia di durata superiore ai 5 anni ha fatto segnare un aumento del 2,2% per una quota pari al 22,6% del totale, superando la fascia inferiore ai 12 mesi, scesa al 17,8%.