Il governo sta (forse) predisponendo un nuovo intervento per rendere più efficace il proprio sostegno al precario sistema creditizio italiano, sempre più contraddistinto da una timidezza eccessiva delle banche nell’erogare finanziamenti personali e immobiliari. Il 28 agosto il Consiglio dei Ministri affronterà il problema – casa mediante un potenziale impegno da 5 miliardi della Cassa depositi e prestiti.
Attraverso il ruolo della Cdp il governo vorrebbe restituire alle famiglie una crescente possibilità di accedere ai finanziamenti per poter acquistare una casa, ridando liquidità alle banche, nella speranza che queste possano “girarlo” efficacemente sull’economia reale (vedi anche prestiti online, come evitare le fregature).
A descrivere quel che probabilmente sarà è stato il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi: “Abbiamo lavorato molto su come reincentivare l’erogazione dei mutui. Perché, dopo le norme sulle imprese e sul lavoro, è quello che serve di più per rilanciare la nostra economia”. Nel dettaglio, il governo punta a favorire l’accesso al credito per l’acquisto della prima casa alle coppie sotto i 35 anni, rivitalizzando un fondo che esiste dal 2010, ma che non è stato praticamente mai utilizzato.
In linea complessiva, l’operazione più grossa che vedrà la Cdp protagonista è proprio quella sui mutui, attraverso un sistema già sperimentato negli anni ’60. In altri termini, considerando che le banche sono in difficoltà ad erogare denaro poichè a corto di liquidità, per sopperire a tale mancanza potranno emettere delle obbligazioni garantite dalla Cassa depositi e prestiti e finalizzate unicamente a supportare l’erogazione degli stessi mutui.
In questo modo, con i soldi raccolti le banche potrebbero concedere i finanziamenti che a lungo sono rimasti inaccessibili nei confronti dei potenziali acquirenti di prima casa (e non solo) e delle imprese di costruzione. I titoli di debito emessi avrebbero un rendimento certamente non elevato ma – in virtù della garanzia della Cdp – una solvibilità piuttosto elevata. Secondo quanto confermato dal vicedirettore dell’Ance, Antonio Gennari, molti fondi pensione sarebbero già pronti a fare incetta di questi titoli.