In Italia i prestiti a breve termine, quelli con scadenza inferiore ad un anno, vengono concessi alle piccole e medie imprese dal sistema bancario con tassi di interesse che sono tra i più alti d’Europa. Questo è quanto emerge da uno studio effettuato dalla Cgia di Mestre prendendo a riferimento gli ultimi dati forniti dalla Banca centrale europea (Bce), ovverosia quelli dei primi cinque mesi di quest’anno. Nel dettaglio, la media dei tassi applicati in Italia alle PMI dalle banche, per i prestiti a breve termine, si è attestata nei primi cinque mesi di quest’anno al 3,75%, ovverosia sensibilmente sopra la media dell’Eurozona posizionata al 3,43%. Lo scarto è pari a ben un punto percentuale circa rispetto a Paesi come la Francia, dove il tasso medio è al 2,67%; ma i prestiti a breve termine costano di più anche in confronto all’Olanda, dove si paga in media il 2,92%, ed alla Spagna con il 3,31%.
L’Associazione dei piccoli imprenditori e degli artigiani mestrina ha quindi rilevato come le PMI italiane paghino di più per ottenere credito a breve termine rispetto alle piccole e medie imprese europee nonostante sia stata ampia negli ultimi due anni la contrazione dei tassi di interesse. Ad essere maggiormente penalizzate risultano essere le micro e le piccole realtà imprenditoriali che, a causa di esigenze di cassa a breve termine, hanno bisogno di andare scoperti sui conti affidati o devono chiedere l’anticipo sulle fatture.
E se per il denaro a breve scadenza gli Istituti di credito italiani applicano una maggior spesa per interessi a carico delle PMI, lo stesso non dicasi per i prestiti con scadenze più elevate. In tal caso, infatti, dal Rapporto della CGIA di Mestre emerge come lo scenario in questo caso si ribalti; nel dettaglio, la media dei tassi a lungo termine applicata dalle Banche italiane alle PMI nei primi cinque mesi di quest’anno è stata al 2,78% contro una media nell’Eurozona pari al 3,38%.
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