Le assicurazioni per la nostra auto sono un super-salasso. Niente di nuovo, citando un famoso romanzo, sul fronte occidentale, se non fosse che oggi disponiamo anche di qualche dato in grado di dare la portata del fenomeno. Una proporzione davvero spaventosa! Dal 1994 ad oggi le polizze sulla RC Auto sono infatti cresciute del 174% alla voce premio, Un onere, obbligatorio per legge, che non entra nel conto di tutte le tasse su cui è stata cacolata la pressione fiscale (una graduatoria che ci vede terzi a livello europeo), eppure esiste e vede i risparmiatori italiani costretti a farsi i conti in tasca almeno una volta all’anno.
Se poi consideriamo che la polizza media costa in Italia 407 euro, ossia il doppio rispetto a quanto si è costretti a sborsare in altri Paesi europei (Spagna 229, Germania 222, Francia -addirittura solo- 172), capiamo bene che c’è anche questo tra i fardelli che pesano sulla nostra competitività e capacità di spesa come consumatori. Non se la passano bene neppure gli agenti assicurativi, costretti a misurarsi con un mercato “iniquo e ingessato” che li vede vittime e bersaglio di lamentele anche se, a onor del vero, questi possono davvero poco per invertire la tendenza.
Il loro sindacato nazionale è sul piede di guerra: “Abbiamo tentato -dice Giovanni Metti, presidente dello SNA- di ottenere un confronto con le compagnie di assicurazione, ma senza risultati. Abbiamo in mano l’80% del mercato RC Auto ma non siamo in condizione di confrontarci con i nostri mandanti per un problema che riguarda i clienti”. Essenzialmente, si tratta di mancanza di concorrenza reale (sono solo una manciata le compagne che si spartiscono il mercato, forti delle loro dimensioni); ma anche di frodi sul territorio, che hanno costretto alcuni gruppi ad abbandonare le aree più a rischio. “Solo rispetto all’anno scorso c’è stato un aumento del 18% -sottolinea Metti-; una voce che incide sempre più sui bilanci delle famiglie”.
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