RC Auto: italiani senza Kasko

di Gianfilippo Verbani 1


 Italiani indisciplinati al volante: nonostante il Codice della Strada ne imponga l’utilizzo, solo un automobilista su 100 – per l’esattezza l’1,2% – usa… “La Kasko”, particolare forma di copertura assicurativa aggiuntiva. Il dato emerge da una elaborazione di Assicurazione.it, operatore del mercato RC Auto, che ha analizzato più di un milione di preventivi effettuati negli ultimi mesi. Al di là della facile battuta, la questione è di un certo rilievo perché chiama in causa la “preparazione in materia” degli automobilisti della Penisola: la Kasko è infatti, anche se pochi lo sanno ed evidentemente tendono a non prenderla in considerazione (forse perché comporta costi maggiori), una tutela aggiuntiva che copre ciascun automobilista per i danni propri, cioè a carico del veicolo a prescindere dalla responsabilità di chi guida.

La tendenza che si registra, insomma, è quella ad incrociare le dita, affidarsi alla propria abilità al volante sperando che non succeda mai di avere un momento di distrazione, perché nel qual caso sarebbero dolori per il portafogli (i danni a carico di altri veicoli li paga l’assicurazione, ma quelli di chi ha causato l’incidente spettano a questa stessa persona). Discorso diverso in Europa: in Germania, evidenzia Assicurazione.it, sottoscrivono questa copertura il 37% degli automobilisti, in Francia il 57% e in Gran Bretagna addirittura l’84%.

In Italia la situazione è appena migliore al Nord dove, in media, sono coperti dalla Kasko circa il 2% dei conducenti (con picchi che arrivano quasi al 3% in Lombardia e in Piemonte), mentre la situazione è decisamente peggiore al Sud che fa registrare un valore medio inferiore allo 0,4% (ultima la Campania con appena lo 0,11% dei conducenti coperti dalla Kasko, ancora meno se si considera la sola provincia di Napoli che arriva appena allo 0,08%). Fra le categorie professionali che più ricorrono a questa copertura, il primo posto è occupato dai dirigenti (2,90%), seguiti dagli agenti di commercio (2, 40%) e dagli imprenditori (1,83%). Appena fuori dal podio infermieri e medici (1,82%).


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