Riforma pensioni, ecco tutte le ultime novità

Si sta discutendo tantissimo, nel corso degli ultimi giorni, in riferimento alla riforma pensioni, che dovrebbe essere ultimata entro la fine del 2022. Infatti, si sta considerando come un’ottima opportunità per finalmente provvedere ad effettuare le dovute modifiche circa la rivalutazione degli assegni legati alle pensioni.

Per quanto riguarda la UIL, scendendo un po’ più nello specifico, si dovrebbe cercare di agire su diversi aspetti, con l’obiettivo di incrementare il più possibile il potere d’acquisto relativo alle pensioni.

Tralasciando per un attimo tutte quelle proposte che hanno ad oggetto la pensione anticipata, quindi a partire dalla Quota 41 che dovrebbe riguardare anche altre categorie di soggetti, senza dimenticare anche la pensione anticipata a 64 anni senza che vengano messi in atto troppi meccanismi penalizzanti, proviamo a capire su cosa si sta concentrando la richiesta dei sindacati.

I sindacati, infatti, stanno rivolgendo dure critiche all’operato del Governo, invitandolo ad agire sul potere d’acquisto delle pensioni, che sta diminuendo sempre di più. Il Governo, secondo i sindacati, dovrebbe intervenire non solo per introdurre delle soluzioni per migliorare la flessibilità in uscita e a pensare all’introduzione di una pensione di garanzia per i giovani, anche su una maggiore protezione del reddito dei pensionati attuali. Basti pensare che più del 50% dei pensionati attuali porta a casa un assegno medio che è pari a 750 euro.

La UIL, invece, ha fatto diverse proposte al Governo per cercare di tutelare maggiormente questa situazione. In primo luogo, viene suggerito un intervento per ampliare ed allungare la quattordicesima pensione, ma anche per introdurre dei criteri totalmente rinnovati e modificati in riferimento all’indicizzazione delle pensioni. Infine, si dovrebbe operare cercando di diminuire il più possibile le tasse sui redditi da pensione.

Nel corso dell’ultimo decennio, ormai è un dato di fatto, il potere d’acquisto legato alle pensioni, è letteralmente crollato. Non è un caso, quindi, che i sindacati abbiano lanciato l’allarme al Governo, soprattutto pensando alla Legge di Bilancio 2023, in cui verrà inserita la nova riforma pensioni.

Non solo, dal momento che i sindacati stanno cercando di sostenere anche la rivalutazione delle pensioni nel 2023. Infatti, se una pensione da 1500 euro lordi di un decennio fa al giorno d’oggi ha un potere d’acquisto più basso di quasi il 50%, è necessario intervenire e anche in modo urgente. In che modo? Viene suggerito di staccarsi dal sistema di indicizzazione degli assegni, legandoli al paniere FOI, acronimo che sta per Famiglie di Operai e Impiegati, che non è più in grado di riflettere quelle che sono le esigenze di spesa della società in cui viviamo.