Il riscatto della laurea è sempre stato un focus per chi doveva andare in pensione. Ora cambia qualcosa con il nuovo maxi-decreto, quello con le altre misure economiche del Governo, che vuole agevolare il percorso di chi vuole andare in pensione riscattando il periodo di studi. Questo inciderà sul periodo lavorativo valido per andare in pensione, ma anche sullo stesso assegno. Si tratta di un’agevolazione da accorpare alla pensione ordinaria.
Le modifiche
Con il maxi-decreto, il riscatto della laurea cambia, in primis per il limite degli under 45. Prima si limitava la possibilità sotto questa soglia di età, che ora è stata tolta. Ma non è la sola limitazione abrogata. Viene cancellato, rispetto alla prima versione, anche il limite all’età. A restare è la possibilità di sfruttare solo la valutazione con il sistema contributivo, che per il riscatto parte dal 1996.
Quindi, chi vorrà riscattare la laurea dovrà versare il contributo per gli anni che si vogliono riscattare per il minimo imponibile annuo, pari ora a 15.878 euro a cui va moltiplicata l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche, per i lavoratori dipendenti, del 33%. Facendo i conti, si dovranno versare circa 5.200 euro per anno da riscattare.
Resta comunque la possibilità di pagare a rate, per dieci anni di rateizzazione, e per chi vuole saperne di più, la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro ha attivato un pamplet di esempi.