I benzinai hanno organizzato uno sciopero per il prossimo 6 febbraio, per protesta contro il ministero dell’Economia che “ha deciso di confiscare il rimborso che, dopo oltre 15 anni di trattative, il Governo precedente aveva finalmente approvato con la finanziaria 2018 in termini di credito d’imposta a favore dei gestori, riconoscendo il maggiore livello di commissioni bancarie collegate alle transazioni con carte di credito, subito in ragione dello straordinario peso fiscale che grava sul prezzo dei carburanti”. Questo è quanto recita il comunicato dei sindacati.
Il credito d’imposta
La Risoluzione dell’Agenzia delle Entrate attivata un anno fa prevede il codice tributo che rende operativo il credito di imposta. Con la risoluzione sono state ridotte le transazioni che beneficiano del trattamento fiscale collegato alla fatturazione elettronica. Non rientrano invece i pagamenti senza partita Iva.
In questo modo, secondo i sindacati, lo Stato risparmierebbe su una misura dal costo di 30 milioni di euro.
Il comunicato di Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio è stato inviato anche a Luigi Di Maio e a Giovanni Tria, ed ai sottosegretari al Mise Dario Galli e al Mef Massimo Garavaglia.
Per i sindacati sarebbe negato il rimborso, con una limitazione “del tutto ingiustificata ma anche gravissima, perché pretende di cancellare arbitrariamente un atto politico pubblico frutto di un equilibrio motivato, attraverso espedienti tecnici unilaterali sottoforma di circolari ed emendamenti nascosti nel mucchio di quelli collegati alla conversione del Decreto semplificazioni”.