Chi lo ha detto che Facebook “fa male”, provoca dipendenza, è una perdita di tempo? Forse ha ragione, dal momento che al più popolare dei social network vengono mosse queste e altre critiche, però c’è da dire anche che –un po’ come tutti gli strumenti, specie quelli di maggiore successo- non è l’oggetto in sé a fare del bene o del male, quanto piuttosto l’utilizzo che se ne fa nella vita. Prendiamo il telecomando, giusto per essere più chiari: in qualche famiglia è stato motivo del contendere al punto che si è arrivati alle coltellate per il suo possesso; in altre il “capofamiglia” ne ha assunto il controllo per uno zapping forsennato stile Fantozzi; in altre ancora è diventato l’oggetto capace di dare accesso anche a proposte culturali più alte, come i canali documentaristici e storici.
Facebook, insomma, non è nato per fare del male, anche se per qualcuno è diventato oggi una sorta di droga. Per dimostrare che può anche fare del bene, ascoltate la proposta di Poste Italiane, che gioca sulla grande diffusione degli smartphone per lanciare un programma di beneficenza! Succede infatti che i “postini” abbiano creato una sorta di concorso legato all’iniziativa Sconti BancoPosta: se si effettua un check-in in Facebook Places ogni volta che si entra in un esercizio convenzionato con la campagna, Poste Italiane si impegna a devolvere 2 euro a progetti umanitari ad ogni singola registrazione.
Sono circa 15mila i negozi convenzionati, e mediante questa strategia Poste Italiane dimostra di essere un passo avanti rispetto ad altri competitor: crea infatti, a costo quasi zero o comunque con finalità benefica, una mappa aggiornata di tutti i luoghi “caldi”, disponibile in ogni momento agli utenti di iPhone ma anche pronta per essere diffusa con un libretto da recapitare alla clientela più tradizionale. I destinatari dei fondi sono Axé Italia (recupero ragazzi di strada in Brasile), Fondazione Gostino (case-famiglia in Kosovo) e Italia Solidale (missioni in Africa, Sudamerica e India).